“I tagli operati dalla Giunta regionale sulla sanità colpiscono i settori che sono più direttamente vicini ai cittadini, i medici di famiglia, i pediatri e le farmacie e mettono in crisi uno dei pilastri della politica sanitaria fin qui seguita dal centrosinistra: evitare l’abbandono della periferia e combattere lo spopolamento dei paesi. Togliere l’indennità di telefono ai medici significa ricondurre la loro presenza al minimo delle ore previste dal contratto nazionale. Quell’indennità aggiuntiva, voluta dal Dipartimento già da alcuni anni, obbligava i medici sottoscrittori dell’accordo a tenere il telefono “aperto” per necessità ed urgenze sopravvenienti. L’istituto non deve essere tolto, ma va modificato in direzione di una spinta agli studi associati, in maniera da coprire le esigenze delle zone dove non esistono medici residenziali”. Lo afferma, in un comunicato stampa, la segreteria regionale dei Popolari Uniti.
“Alla stessa maniera, appaiono sbagliati gli interventi nel settore farmaceutico, che obbligheranno le farmacie con meno volumi di attività, sopratutto quelle periferiche e rurali, a chiudere definitivamente, con grave danno per le popolazioni interessate e con la conseguente accelerazione del processo di abbandono.
Anche le estemporanee uscite circa la numerosità dei presidi ospedalieri – si legge ancora nel comunicato – dimostra che non si è compresa bene, né da parte di chi opera, né da parte di chi osserva e commenta, la strategia che il Centrosinistra ed il governatore De Filippo hanno da tempo posto in essere: nessuna chiusura di presidii, ma una riconversione produttiva e sinergica di essi, in maniera da attivare servizi nuovi e, con essi, un’utenza anche interregionale, come il caso di scuola di Chiaromonte testimonia. Se rispetto a questi obiettivi strategici qualcuno ha cambiato idea, sarebbe il caso di dirlo con chiarezza o di farlo dire al spiano sanitario, sul varo del quale si registrano incomprensibili ritardi.
Quanto poi ai risparmi, c’è innanzitutto il sospetto che sulla sanità si vogliono far gravare necessità finanziarie che sono di altri settori; e poi la convinzione – sottolinea la segreteria regionale dei Popolari Uniti – che non si stanno toccando i due moloch della sanità, le due aziende provinciali che sono nate per far risparmiare, con la prevista razionalizzazione dei servizi venti milioni l’anno e, già dal primo anno, producono invece un ulteriore disavanzo di trenta milioni.
Sulla capacità gestionale c’è da aprire un fronte di dibattito urgente e senza peli sulla lingua. Dove sono finite le indicazioni di risparmio che puntavano sulla realizzazione delle reti interaziendali, sull’accorpamento delle linee di produzione (centralino telefonico unico, deposito unico dei farmaci). Chi risponde di queste vere e proprie inadempienze?”
bas 02