Lunedi 1 agosto, presso la Sala Convegni del Comune di Terranova di Pollino alle ore 17:30, in una tavola rotonda organizzata da Coldiretti Basilicata, istituzioni, associazioni di categoria e cittadini hanno discusso della gestione della fauna selvatica nel parco nazionale del Pollino. L'incontro è stata l'occasione per analizzare i problemi che derivano dalla non facile convivenza con gli animali sia in campo agricolo che sociale e mettere a punto proposte e strategie per far si che il Parco Nazionale e la fauna selvatica diventino una risorsa capace di generare reddito e sviluppo nei piccoli borghi della Val Sarmento. Apprezzando gli sforzi messi in campo dalll'ente Parco con l'abbattimento selettivo e la cattura del cinghiale, il sindaco Golia ha affermato che l'emergenza fauna selvatica purtroppo non è stata ancora risolta e si ripercuote sia sull'incolumità fisica dei cittadini sia sul comparto agricolo, settore trainante dell'economia locale. Nunzia Crescenzo, responsabile Coldiretti Terranova di Pollino e portavoce del Comitato Cittadino, dopo aver lamentato disagi e problemi di allevatori, agricoltori e cittadini, costretti a vedere coltivazioni distrutte e greggi sbranati senza poter intervenire, ha elencato una serie di proposte per far si che i problemi di oggi, diventino risorse per il futuro. Il comitato cittadino non chiede provvedimenti assistenzialisti né tanto meno l'attuale irrisoria cifra di 28,10 € come risarcimento per la morte di un capo sbranato dai lupi, ma un serio e incisivo piano di sviluppo capace di creare reddito e dare la possobilità ai giovani di vivere onestamente del loro lavoro restando nella loro terra. Nell'ottica di una pacifica convivenza tra fauna selvatica e cittadini, dopo il doveroso rientro dall'emergenza, si potrebbe creare una filiera agroalimentare del cinghiale o un osservatorio del lupo, capace di fare da attrattore turistico ed innescare un circuito virtuoso che dia benefici a tutti i settori dell'economia dei borghi della val Sarmento. Secondo Giuseppe Brillante, Direttore Coldiretti Basilicata, è necessario un cambio di mentalità nella gestione della fauna selvatica del Parco. Il problema non va affrontato soltanto in termini territoriali (caccia e tutela flora e fauna), ma anche socio-economici. Per questo motivo è giusto che agli agricoltori venga data la possibilità di fare impresa e reddito restando nel loro paese d'origine. Non solo la creazione di una filiera agroalimentare del cinghiale darebbe nuova linfa al tessuto produttivo locale, ma anche l'applicazione della legge di orintamento Nazionale 228, che autorizza gli enti a stipulare contratti di manutenzione e tenuta del territorio direttamente con le imprese agricole. A beneficiarne, non sarebbe il singlo agricoltore ma la collettività,perchè si eviterebbero così frane, smottamenti e tutta una serie di problemi che derivano dall'abbandono dei terreni. Marcello Pittella e Pasquale Robortella, Consiglieri Regionali, vicini ai problemi manifestati dagli abitanti della Val Sarmento, hanno affermato che a breve verranno messe in campo risorse per la prevenzione e il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica. Inoltre, partendo dalle risorse disponibili del PSR, si sono impegnati a Portare in Commissione Consiliare, cittadini, Ente Parco, Gal e Assessori all'Agricoltura e all'Ambiente, per alizzare il problema e insieme creare un progetto di ampio raggio, capace di creare occupazione e sviluppo nel Parco. Dopo alcune testimonianze dei cittadini, l'incontro è stato chiuso dal Presidente Ente Parco Nazionale del Pollino Domenico Pappaterra. Dopo aver illustrato tutti gli sforzi messi in campo dall'ente per il rientro dall'emergenza, Pappaterra, chiedendo la collaborazione di Istituzioni e cittadini, si è detto disponibile a costruire un percorso propositivo, che garantisca la pacifica convivenza tra animali e uomini e trasformi in risorse gli attuali problemi.
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