Piano scolastico, i motivi del no di Rosa e Pici

“Il ridimensionamento, sostengono i consiglieri del Pdl, è incoerente rispetto alle esigenze dei territori e delle loro peculiarità”

“In Consiglio regionale abbiamo votato contro il piano di ridimensionamento scolastico, non per partito preso, non per un’opposizione fina a se stessa, non per rimarcare un’ovvia distanza politica dalla maggioranza consiliare. Un voto negativo perché consideriamo che questo Piano di ridimensionamento sia incoerente rispetto alle esigenze dei territori e delle loro peculiarità, sia inadatto a rispondere alle richieste provenienti dal mondo del lavoro, sia in contrasto con le richieste degli enti locali e delle famiglie”. Lo affermano, in una dichiarazione congiunta, i consiglieri regionali del Pdl, Gianni Rosa e Mariano Pici.

“Del resto – proseguono i consiglieri – vista la confusa genesi di questo Piano, non poteva fare altro che generare un ‘caos scolastico’: documenti delle Province in contrasto con quelli della Regione, documenti della IV commissione nebulosi, modifiche portate dalla Giunta poco chiare allo stesso assessore esterno Mastrosimone, altro ‘tecnico’ che ha illuminato il parlamentino lucano dichiarando: ‘Io non sono entrata nel merito’, salvo poi declamare il solito ritornello sui tagli del Governo nazionale”. “L’assessore Mastrosimone – aggiungono Rosa e Pici – aveva il dovere etico di entrare nel merito, di delineare le linee della politica scolastica, di illustrare al Consiglio regionale le modifiche apportate dall’Esecutivo. Invece, abbiamo ricevuto solamente dei fogli di carta dove erano riportate cifre e numeri, un lavoro di ragioneria applicata, un mero documento privo di ‘politica’, carente di linee programmatiche, analisi demografiche, economiche, sociali, per stabilire indirizzi, tipologie di scuole, e soprattutto rispetto agli indirizzi, se questo piano risponde a quella che è la richiesta di lavoro del mondo imprenditoriale”.

“In aula – sottolineano i consiglieri – abbiamo definito l’antimetodo utilizzato per licenziare questo importantissimo atto come la ‘raccolta delle figure panini’, ricordando come da ragazzini ci si scambiava le figurine dei calciatori doppioni: uno a te, due per quello, tre per l’altro. Cosi è stato fatto lo ‘scambio degli istituti scolastici’, uno a te per due a me, mantenendo tre a Ponente per averne uno nuovo a Levante”. “Tutto ciò – affermano Rosa e Pici – è avvilente per il ruolo istituzionale del Consiglio regionale e per il lavoro dei colleghi consiglieri: trovarsi a discutere, dopo mesi di lavoro di commissioni e di audizioni con enti, sindacati e mondo della scuola, un mero tabulato senza una relazione di accompagnamento che ne spiegasse la strategia seguita. Dovremmo sentirci umiliati come consiglieri a votare su un mero tabulato, un'elencazione di scuola, con qualche numerino e con, alla fine, una colonna in cui c'è scritto variato e non variato. È altresì umiliante per il Consiglio regionale in quanto istituzione e per i lucani che ci hanno eletto per rappresentarli. Ma del resto, vi sono i ‘tecnici’ senza mandato elettorale che non devono rispondere alla cittadinanza e nella loro ‘autarchia’ neanche preoccuparsi dei rilievi mossi dai due presidenti delle Province: Lacorazza di Potenza che ha dichiarato che ‘sul Piano di Dimensionamento scolastico si sia segnata una pagina non edificante nel rapporto tra istituzioni’ e Stella di Matera che nei giorni scorsi aveva inviato un telegramma nel quale diffidava la Regione”.
“Questa – si chiedono i consiglieri dell’opposizione – sarebbe la Giunta di alto profilo di De Filippo, capace di portare il massimo ente ad uno scontro istituzionale con Province, Comuni e associazioni di categoria?”

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