Intervento della Consigliera regionale effettiva di parità, Maria Anna Fanelli
La composizione della nuova Giunta regionale che vanta le presenza di due donne Wilma Mazzocco e Rosa Gentile di comprovata e forte esperienza e professionalità nel campo dell’Economia, della cooperazione, delle Politiche di genere ci dimostra come la rappresentanza di genere ha costituito una priorità di lavoro concreta per la prima volta in quarant’anni di storia della nostra Regione.
Il Governatore Vito De Filippo si è avviato pertanto “innovativamente” a colmare quel “vuoto” della vita Istituzionale democratica regionale dovuto all’assenza delle donne a seguito degli esiti delle recenti elezioni del 28-29 marzo 2010.
“Vuoto” denunciato fortemente in un passato lontano e recente, passato caratterizzato, però, da una linea continua, battente e pressante di analisi, studi e proposte sempre presentate alle commissioni regionali competenti quali quella per la riscrittura dello Statuto, per come risulta da numerosi atti e pubblicazioni che potranno essere di utile guida.
Con la nomina nella Giunta di due donne, se fossero state tre indubbiamente avremmo conseguito un risultato completamente paritario, il Governatore si pone in linea con la Commissione Europea, che tra i suoi obiettivi ha posto la parità tra uomini e donne come una realtà ineludibile nell’Europa .
Infatti la Commissione europea ha adottato nella sua 54° Sessione, svoltasi a New York nel marzo 2010, in occasione del 15° anniversario della 4° Conferenza ONU di Pechino del 1995, “La Carta delle Donne” proprio per integrare il concetto di parità in tutte le future politiche anche attraverso Misure specifiche.
La Carta presenta cinque settori fondamentali di intervento:
– La parità nei processi decisionali, mediante Misure di incentivazione a livello UE;
– La parità sul mercato del lavoro e l’eguale indipendenza economica per donne ed uomini, in particola mediante la Strategia “Europa 2020”;
– La parità salariale per uno stesso lavoro o per un lavoro di eguale valore, favorendo la collaborazione con gli Stati membri per ridurre significativamente il così detto “gender pay gap” nei prossimi cinque anni;
– La parità tra uomini e donne all’esterno dell’Unione Europea, affrontando la questione nelle relazioni esterne e con le Organizzazioni internazionali;
– La dignità e l’integrità delle donne, in particolare ponendo fine alla violenza di genere, mediante un quadro politico di genere.
In questi cinque settori, nell’ambito dei quali la Basilicata indubbiamente è operativa già da lunghissimo tempo in applicazione dei Principi dettati dall’Unione e per il forte impulso degli Organismi di parità oltre che dell’Associazionismo lucano, si deve continuare a intervenire portando avanti innanzitutto i temi della lotta alla violenza, delle discriminazioni delle donne nella società e nel mondo del lavoro con una mobilitazione sempre maggiore di uomini e donne delle Istituizioni e con ulteriori Campagne di sensibilizzazione per affermare la cultura del rispetto del corpo, della libertà e della dignità delle donne, rispetto alle quali è necessario richiedere giustizia e quindi maggiore certezza della pena e sostegno alle vittime e alle loro famiglie. A tale proposito non si può non ricordare la triste e drammatica vicenda di Elisa Claps, che da 17 anni ci accora profondamente, e che dal 17 marzo di giorno in giorno, con le novità non ancora chiare, ci angoscia e ci toglie serenità, l’altrettanto drammatica storia dei fidanzatini di Policoro, della bambina di Montemurro, di Grazia Gioviale e di tante altre donne che subiscono omicidi, violenza, molestie e stalking, straining, bullying, rioting, harcèlement moral,mobbing e stalking.
Torniamo ora, però, all’altra esigenza della parità nei processi decisionali che con la nomina per la prima volta delle due Assessore, Mazzocco e Gentile, in Giunta regionale si avvia verso un percorso di cambiamento e di innovazione che dovrà portare ad una rappresentanza più democratica e più rappresentativa delle donne anche nei Comuni e nelle Province della regione, così da definire sempre maggiori diritti e più equilibrati modelli di sostenibilità di genere.
Andando ad analizzare i dati delle recenti elezioni amministrative svoltesi il 28 e il 29 marzo 2010 gli eletti complessivamente nei sei comuni del materano (Matera, Bernalda, Irsina, Montalbano Jonico, Tursi) sono 92 di cui 16 donne che rappresentano il 17,4% degli eletti. Dunque le donne rappresentano un quinto degli uomini: 16 su 76.
Nei comuni della provincia di Potenza (Avigliano, Cersosimo, Carbone, Corleto Perticara, Cancellara, Filiano, Forenza, Genzano di Lucania, Moliterno, Tolve) gli uomini salgono complessivamente a 159 e rappresentano il 57,9% degli eletti in più rispetto alla provincia di Matera; nel potentino, continuando nella nostra veloce analisi, le donne elette sono 21, rappresentando il 15,2% del totale degli eletti e meno di un sesto del totale rispetto agli uomini: 21 su 138.
Un dato confortante risulta essere quello della elezione a Sindaco di Rosaria Vicino e di Giuseppina Milano rispettivamente a Corleto e Genzano che, insieme ai sindaci di Acerenza Rossella Quinto, di Rapone Felicetta Lorenzo, di Picerno Valeria Russillo e di San Paolo Albanese Anna Santamaria (questa ultime elette nelle amministrative 2009), portano a quota 6 i Sindaci donna.
Nel materano le più votate sono Nunzia Antezza con 662 voti eletta Consigliera comunale e Rosa Mastrosimone, che con 3475 voti pur essendo stata la più votata alla carica di consigliera regionale non è riuscita ad entrare nel Consiglio regionale, ma è comunque presente come consigliera provinciale insieme a Giuseppina Favoino già dal 2009.
Complessivamente, rispetto alle precedenti Elezioni amministrative le donne elette Consigliere comunali sono proporzionalmente diminuite nelle singole Province e nei Comuni.
Nessuna donna risulta eletta al Consiglio regionale della Basilicata.
Pertanto il Governatore, che ha già introdotto nella Giunta regionale una innovativa forte dimensione di genere, con il Consiglio regionale tutto, dovrà nelle future strategie regionali percorrere ancora questa strada.
Soprattutto in tempo di crisi, occorre integrare la prospettiva di genere in tutte le nostre politiche a beneficio delle donne e degli uomini studiando e realizzando correttivi adeguati che garantiscano la possibilità, per le donne, di partecipare in condizioni “pari” alle competizioni elettorali: si tratta, cioè, di applicare il principio di uguaglianza e non di violarlo.
Le donne lucane delle Istituzioni, dei Sindacati, delle Associazioni hanno richiesto e richiedono, decorosamente e dignitosamente, la parità di accesso nelle liste, la parità di candidature e non la parità di risultato, per raggiungere un traguardo personale che certo potrà affermarsi più agevolmente con l’eliminazione di vecchi privilegi e l’applicazione di correttivi adeguati da pensare ora e subito.
Per questo non si può più disattendere la riscrittura dello Statuto regionale.
Nei Comuni, invece, bisogna procedere con urgenza al riordino di quegli Statuti comunali che non prevedono la presenza delle donne nelle Giunte in cui devono essere assicurate la presenza di entrambi i sessi per affermare, così come precisato, la parità tra uomo e donna.
Per questi motivi anche all’indomani di queste ultime elezioni amministrative 2010, e all’indomani dei nuovi assetti della Giunta regionale alla quale vanno, insieme a tutti i Consiglieri eletti, gli auguri di una brillante e proficua feconda attività, sento l’esigenza di segnalare l’urgenza di recepire ed attuare:
– le modifiche dell’articolo 51;
– una riscrittura dello Statuto regionale che attinga il sapere delle donne, e che sulla scorta del titolo V della Costituzione e delle altre modifiche costituzionali, approvi uno Statuto regionale contenente nuovi modelli di governance e quindi la previsione di una Legge elettorale che garantisca una presenza equilibrata di uomini e donne non solo nel Consiglio ma anche nelle nomine;
– regole, norme, percorsi e tempi affinché i partiti e non solo il legislatore al loro interno incrementino l’impegno delle donne, nel rispetto dell’articolo 49 della Costituzione, in riferimento alla Democrazia interna nei partiti;
– la necessità di favorire la condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne per facilitare la partecipazione delle donne alla vita pubblica;
– l’attuazione di azioni positive mirate a rafforzare la formazione politica, la partecipazione e la candidatura delle donne anche rafforzando il ruolo degli Organismi di parità e dell’associazionismo femminile al fine di favorire la formazione ed educazione alla parità, e la formazione professionale delle donne in politica;
– l’attivazione presso i Comuni e le due provincie di quanto richiesto per l’applicazione della Direttiva della Funzione Pubblica, del Decreto legislativo di attuazione della Legge 4 marzo 2009 n° 15 in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle Pubbliche amministrazioni:
– La valutazione di impatto strategico di pari opportunità rispetto alle azioni amministrative, alla costruzione del Bilancio pubblico secondo la normativa di genere, alla sostenibilità ambientale, economica e di genere nelle strategie di sviluppo locale;
– La promozione e la diffusione del Diritto antidiscriminatorio contro ogni violazione di genere, razza, origine etnica, religiosa, handicap, età ed orientamento sessuale.
Le donne, da parte loro, certo devono sapersi alleare sempre più e fare lobby in positivo, rifiutando alleanze che blindano ed escludono, il che presuppone determinazione, senza alcun risparmio, per poter aspirare ad un ruolo di governo determinato e coraggioso anche in tanti Enti e realtà che senz’altro si avvantaggerebbero della presenza e dell’apporto femminile.
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