“Si dovrà verificare lo stato di attuazione dei lavori per la messa in sicurezza del sito di Rotondella e conoscre l'impatto dei progetti futuri sul sistema ambientale e sulla sicurezza delle popolazioni”
"Le notizie diffuse oggi secondo le quali la Sogin, tra le 52 aree con le caratteristiche per ospitare il sito per le scorie radioattive, avrebbe individuato un’area di confine tra Puglia e Basilicata, devono riaccendere l’attenzione delle istituzioni e dell’intera società lucana sul rischio, mai del tutto superato, di una “Scanzano Jonico due”. Ad evidenziarlo è il vice presidente del Consiglio regionale, Antonio Autilio (Idv).
“Lo stesso direttore per lo sviluppo sostenibile del ministero dell'Ambiente, Corrado Clini – dice ancora Autilio – mette in guardia per non ripetere quanto è accaduto a Scanzano Jonico per il sito del deposito unico di scorie nucleari anche se lo fa solo strumentalmente tanto per additare all’opinione pubblica il ‘caso’ e non certamente per sostenere un metodo concertativo con le istituzioni e le comunità locali che il Governo, del resto, ha già escluso. Tutto ciò mentre lo stesso Governo non è ancora in grado di nominare i cinque componenti del comitato esecutivo della Sogin e la società resta commissariata nelle persone di Francesco Mazzuca e del suo vice Giuseppe Nucci. A questo punto il primo passo da compiere è quello di raccogliere la sollecitazione venuta, nei mesi scorsi, dai Sindaci di alcuni comuni del Metapontino, di convocare il Tavolo della trasparenza, che ha istituzionalmente la funzione e la finalità di assicurare la vigilanza e l'informazione su tutte le attività svolte per la messa in sicurezza dei materiali radioattivi presenti nel sito della Trisaia di Rotondella ed in generale su ogni attività di rilievo nel settore della tutela della salute e dell'ambiente dal nucleare”.
“Il Tavolo della trasparenza – aggiunge Autilio – dovrà verificare lo stato di attuazione dei lavori sino ad oggi svolti dalla Sogin per Rotondella, la messa in sicurezza del sito, conoscere i programmi della medesima spa, il loro impatto, non solo sul sistema socio-economico, ma, soprattutto, sul sistema ambientale e della sicurezza delle popolazioni. Il ritorno al nucleare deciso dal Governo ed annunciato per il 2013 – conclude Autilio – non ci fa stare tranquilli sul rischio che si voglia fare marcia indietro sui programmi di smantellamento definitivo dei fusti di materiale radioattivo ancori custoditi nella Trisaia e sulla localizzazione, come riferiscono oggi fonti di informazione e di agenzie di stampa, di una centrale o/e del sito unico di deposito-trattamento delle scorie nucleari sul nostro territorio”.