Un vero schiaffo alla miseria: durante i 15 giorni delle feste di Natale-fine d’anno tra pranzi di Natale e cenoni di Capodanno, sino alle tavole imbandite per l’Epifania, finiranno nella spazzatura più di 500 mila tonnellate di cibo, circa il 25 per cento della spesa totale alimentare per le festività. Andranno così in fumo 1,5 miliardi di euro. Quasi 80 euro a famiglia. Il tutto frutto di cattive abitudini che, nonostante la crisi economica, continuano, purtroppo, a sussistere. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha compiuto un’indagine dalla quale si rileva che tra i prodotti più sprecati troviamo il pane, l'ortofrutta (circa il 40 per cento dello spreco), il latte e i formaggi, la carne.
Gli sprechi maggiori -sostiene la Cia- si avranno soprattutto a Natale (cene e pranzi del 24, 25 e 26 dicembre), quando le famiglie italiane getteranno nei cassonetti dell’immondizia una cifra pari a un miliardo di euro, più di 50 euro a famiglia. Tra Capodanno e l’Epifania nella spazzatura troveranno, invece, alloggio più di 165 mila tonnellate di cibo, per un valore, a nucleo familiare, poco meno di 30 euro. In pratica, circa un terzo delle portate preparate per allestire le tavole delle feste finisce nel bidone della spazzatura.
Dunque, nei giorni delle feste natalizie -evidenzia la Cia- le famiglie italiane gettano nell’immondizia circa il 5 per cento del totale degli sprechi alimentari di un anno. E in questo periodo nella classifica dei prodotti a finire nella spazzatura troviamo al primo posto latticini, uova, carni (39 per cento): a seguire pane (19 per cento), frutta e verdura (17 per cento), pasta (4 per cento della pasta). Percentuali che, al contrario, per dolci risultano assai ridotte (2-3 per cento). Per vini e spumanti lo spreco è quasi nullo.
La Cia ha deciso di lanciare una “campagna di consigli anti-spreco” rivolta ai consumatori. Intanto, per risparmiare in fattoria e nei mercatini degli agricoltori si trova esclusivamente “made in Basilicata” e tipicità. Dalle verdure alla frutta, dal latte fresco ai formaggi stagionati, al vino, dall’olio d’oliva al pane, alla pasta, ai dolci fatti in casa, dalle marmellate alle conserve, dai salumi alle mozzarelle alle carni bovine, suine e ovicaprine, che hanno il vantaggio di poter essere conservati più a lungo nelle dispense di casa rispetto ai prodotti dei supermercati. La vendita avviene con il sistema delle dosi adatte ad ogni nucleo familiare e con il metodo della conservazione sottovuoto per favorire il risparmio della quantità di prodotto.
E non a caso sono sempre più numerose le famiglie lucane che si rivolgono al circuito promosso dalla Cia: “La spesa in campagna”. Una rete di imprese che vendono direttamente ai cittadini e possono essere facilmente raggiunte con l’auto, anche attraverso l’ausilio del navigatore satellitare. Presso le aziende e gli agriturismi di Turismo Verde sono gli stessi titolari a fornire insieme a ricette per la riscoperta di menù contadini per Natale semplici ed utili consigli, specie a chi dovrà cucinare i pranzi delle feste, se non per eliminare del tutto gli sprechi almeno per ridurli.
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