“La Fiat ha scelto di usare la mano dura e pertanto deve assumersi ogni responsabilità per quello che sta accadendo a Melfi e nel Paese con la classe operaia che non ha alcuna intenzione di subire l’affronto”: è il commento di Giacomo Nardiello, componente della segreteria regionale e della direzione nazionale del Pdci-Fds. “Marchionne riporta l'800 nelle fabbriche. La decisione – aggiunge Nardiello – è di una gravità inaudita: i diritti dei lavoratori non esistono più. Il ministro Sacconi, invece di parlare di coinvolgimento dei lavoratori agli utili della Fiat, la smetta di essere il servo sciocco di Marchionne e provi a ristabilire la legalità costituzionale fondata sui diritti e sulla dignità dei lavoratori, così violentemente messi sotto scacco. Al punto in cui è arrivata la vicenda, diventata una prova di forza del padronato italiano, nell’illusione di spezzare la resistenza della Fiom e dei lavoratori che non piegano la testa, diventa necessaria – dice il dirigente del Pdci-Fds – una mobilitazione popolare in tutte le fabbriche e in tutti i posti di lavoro per difendere i diritti fondamentali degli operai e respingere l’attacco che somiglia a quello degli anni più bui nelle relazioni sindacali quando solo la tessera del sindacato rosso era motivo di persecuzione”.
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