Napoli (Pdl): “la ricerca del bene comune”

Nota del consigliere regionale Michele Napoli sull’incontro del 14 novembre 2010 a Roma tra azione cattolica e cattolici impegnati in politica

“Il forte disagio sociale accentuatosi di fronte ad una crisi economica oramai palese, sembra aver esasperato i toni della conflittualità politica. E’ questa una condizione – sostiene Napoli – che allontana sempre più il raggiungimento di obiettivi comuni, che va a svantaggio del dialogo civile, che contribuisce a far perdere di vista quello che deve essere l’obiettivo unico di chi amministra la cosa pubblica: il bene comune. L’Azione cattolica, intuendo la gravità del problema, ha voluto promuovere a Roma, il 14 novembre scorso, un incontro con tutti i cattolici impegnati in politica per sollecitare le loro coscienze ad intraprendere un cammino che porti verso il superamento delle barriere legate alle appartenenze per guardare con convinzione alla costruzione di una società che curi i bisogni di tutti. L’impegno in politica è una vocazione, una ‘chiamata’ attraverso la quale è necessario sentirsi pronti ad assumere responsabilità pubbliche nella vita civile; un segno tangibile della propria volontà a donarsi per contribuire alla costruzione di una società nella quale tutti possano vivere con pari dignità”.

“Il bene comune – dice Napoli – deve essere la stella cometa da seguire, il riferimento sicuro dell’impegno che un cattolico impegnato in politica deve perseguire nella sua azione per il sociale. Ecco allora la necessità di elaborare un modello di sviluppo in cui coniugare crescita e solidarietà senza lasciare indietro nessuno, dai giovani ai poveri, passando per i non qualificati. Un buon cristiano questi principi deve portarli dentro perché, depositati nella sua anima, hanno solo bisogno di essere liberati per diventare messaggio ed esempio da seguire. L’Azione cattolica, in tal senso, dà la sua disponibilità e si propone come tramite della Chiesa per rendersi parte attiva di questo processo, vuole creare occasioni di incontro tanto da diventare sede di un laboratorio di idee, di proposte, una sorta di punto di riferimento concreto e incisivo dal quale rilanciare le scuole di formazione alla politica. Dall’incontro romano, al quale ho avuto il piacere di partecipare, sono partite forti riflessioni consegnate alle coscienze di tutti, tendenti a promuovere un dialogo diverso fra le varie fazioni politiche. All’assemblea erano presenti uomini di destra, di centro e di sinistra, tutti con un unico punto in comune: la fede. Essa può e deve essere fattore aggregante tanto da riuscire a determinare i presupposti per l’apertura a dialoghi costruttivi dai quali far generare una progettualità che porti alla speranza in un futuro migliore. Ecco allora che la politica diventa naturale conseguenza della formazione cristiana, ingrediente indispensabile per assurgere al ruolo di protagonisti nel tentativo di superare la confusione e le divisioni dei nostri giorni. E’ questo il primo obiettivo da raggiungere per arrivare ad esaltare i valori della fede che si devono concretizzare nel rispetto per la dignità dell’altro, del dono della vita, della famiglia, e del recupero di quella legalità che deve combattere ogni forma di devianza”.

“La Chiesa, attraverso l’Azione cattolica, si propone di collaborare nel processo di accompagnamento dei ‘propri uomini’ alla partecipazione civica, assumendosi il compito di educare a pensare, evitando in primis che i giovani guardino alla politica come ad una possibilità di lavoro. Va intrapreso una sorta di cammino anche di tipo spirituale che guarda contemporaneamente alla corretta formazione di competenze amministrative. L’uomo cattolico impegnato in politica – afferma Napoli – deve comprendere l’importanza di riscoprire la comunione, quel messaggio di Cristo che ci invita al rispetto reciproco, componente utile a lavorare insieme, serenamente, rispondendo agli appelli che quotidianamente la società ci lancia. E’ in questi termini – conclude Napoli – che va letto il monito che il Papa ed il cardinale Bagnasco stanno inviando alle parrocchie e alle diocesi affinché si adoperino per formare una nuova generazione di laici impegnati nella gestione della cosa pubblica. Guardando al valore di questa esortazione si può pensare seriamente, in prospettiva, ad una società dalle tinte meno scure”.

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