“La parodia di una canzone ben si addice all’attuale situazione politica della Basilicata dove tutto è in movimento ma solo in apparenza, o più semplicemente, ci si muove per dare risposte specifiche a questioni inerenti il solito entourage”
“Non sono, le mie – dichiara il consigliere del Pdl – le ormai ‘consolidate’ riflessioni estive magari condite da un sole cocente che, tra l’altro, latita. Piuttosto, vogliono essere constatazioni circa la strategia politica, e non solo, fin qui adottata dalla classe dirigente lucana, a tutti i livelli, per dirimere questioni quotidiane o, addirittura, per affrontare problematiche di lunga data e di soluzione ancor più lunga. Chiunque legga i quotidiani, veda il Tg regionale o, si guardi intorno, vedrà l’inconsistenza di provvedimenti che al massimo hanno l’efficacia di un sogno che dura un giorno. E vedranno ancora, l’affannarsi di chi gestisce il potere per portare a compimento azioni legislative indirizzate a risolvere problemi assolutamente contingenti appartenenti a questa o quella classe di potere che ruota intorno all’establishment. Finito, o giù di lì, il vento dell’eolico – continua Napoli – ora soffia quello del fotovoltaico, per rimanere in tema di energia, laddove esiste una Società energetica lucana di cui si conosce, allo stato, il Consiglio di amministrazione. A breve, si spera, obiettivi e risultati”.
“E’ quasi superfluo – afferma Napoli – chiedersi come mai una regione, è dominio pubblico, ricca di risorse, debba districarsi tra le insidie dell’inquinamento e tra le imperizie di coloro i quali trovano, di tanto in tanto, una soluzione mai esaustiva all’annoso problema dei rifiuti. L’esperienza è senz’altro dote lodevole e dovrebbe servire per dare risposte pronte e decisive, ma cosa pensare dinanzi alla ‘vita vissuta’, in senso di esperienza appunto, di tanti graziati da doppi e tripli incarichi che, però, non riescono a cavare un ragno dal buco nel settore della ricerca, della innovazione tecnologica, che non mettono a regime le strutture di cui pure ci si vanta ma che, in effetti, svolgono un ruolo solitario in un deserto dei tartari costellato solo di promesse mai mantenute. In questa regione – aggiunge Napoli – si osserva anche il cielo e lo si osserva in modo del tutto professionale, si costruiscono osservatori astronomici, centri di geodesia spaziale, per poi ricordarsi, in virtù della singola voce dell’attuale Presidente del Consiglio regionale, del timido quanto fruttuoso lavoro di una ottima ricercatrice del Cnr. Ed ecco, dunque, ‘la professionalità’ da tutelare, come non è dato sapere, il pianto del coccodrillo di chi è dispiaciuto per le menti lucane erranti, fermo restante attingere, come è giusto che sia se altro non v’è da fare, ad altri lidi sicuramente più attrattivi. Attrattivi così come si vogliono far diventare le nostre coste, i nostri monti, i bacini lacustri, le amenità a carattere storico e archeologico, per poi trovarsi di fronte all’abbandono, all’incuria, all’impossibilità di giungervi con mezzi adeguati. Kotler parlava, anche per quanto concerne il turismo, di un macromarketing di competenza istituzionale e di un micromarketing dei privati che va ad inserirsi nelle strutture e infrastrutture atte a favorire la reale crescita dell’offerta e del conseguente target di riferimento. Finora non ci pare funzioni così. Delle tante sigle che ci passano davanti, acronimi di azioni che dovrebbero dare concretezza a quanto stabilito anche a livello europeo, in Basilicata resta, troppo spesso, il ricordo. Enti definiti superflui, e su questo tutti sembrano essere d’accordo, ma dei quali, poi, si blocca l’eliminazione, o quanto meno, il commissariamento, a fronte di una gestione non proprio trasparente”.
“Speriamo, dunque – prosegue Napoli – come nelle fiabe, in un futuro migliore, senza nascondere che buona parte dell’immobilismo e della mancanza di iniziativa proficua nel settore industriale, per fare un riferimento concreto, è colpa, anche, delle forze di opposizione, anch’esse arroccate su posizioni singole e, talvolta, singolari. Resta, purtuttavia, l’incapacità di contrattare, di far valere il proprio peso politico che dovrebbe essere consistente. Ed ecco che, come d’incanto, grazie ad un blitz mattutino scopriamo che Trenitalia non mantiene i patti e ci riserva materiale obsoleto per non dire di scarto. E ancora, plaudiamo all’intervento della magistratura che ristabilisce i diritti dei lavoratori licenziati dalla Fiat dopo aver esternato solo un accenno di solidarietà e, soprattutto, l’incapacità di definire un accordo paritetico con una azienda, sicuramente da rispettare, ma che comunque dalla Basilicata ha preso tanto in termini economici e di capitale umano. Non siamo in vena di inutili piagnistei e passiamo all’ormai ‘famigerato’ petrolio. E’ sin troppo facile chiedere a cosa siano serviti finora i finanziamenti rivenienti dalle royalties, piuttosto, è interessante conoscere cosa si intende farne in un futuro prossimo e più lontano, quali i settori di intervento e quali le prospettive di occupazione nei tanti canali che andrebbero attivati anche con i ‘fondi petroliferi’. Quello che veramente sconcerta è l’assoluta ‘dimostrazione’ di incapacità di trattare, non tanto con il Governo nazionale circa i tagli previsti nella manovra finanziaria e le contromisure da adottare, in questo il nostro governatore ha mostrato grandi doti, quanto nel trattare in loco, direbbe qualcuno, con aziende, imprenditori, elargitori di servizi che sfruttano la nostra terra, arrecando benefici a tempo determinato”.
“Sconcerta la dimostrazione di incapacità di trattare, di confrontarsi tra gli stessi amministratori, ultimo esempio lampante l’Ospedale di Tinchi e, non ci riferiamo alla protesta che andava evitata con provvedimenti tempestivi e risolutivi, quanto alla quasi ostentazione di voler dare ‘libero sfogo’ al malcontento in nome di una democrazia di facciata che si risolve con le capacità, questa volta acclarate, di mediazione del partito di maggioranza relativa. Non crediamo – conclude Napoli – nella incompetenza amministrativa, tanto meno nella superficialità che è imputabile solo a qualcuno, quello che ci sfugge è la quasi rassegnazione, o forse sarebbe più giusto dire volontà di non affrontare situazioni per non danneggiare ‘la botte ben ritorta’ e per mantenere intatti acquisizioni e privilegi”.