Per il consigliere regionale e per gli esponenti del Movimento per le autonomie il volume di Pino Aprile è un prezioso strumento per riflettere sul presente partendo dal passato e dalla memoria consdivisa
“Generalmente la storia si può scrivere dopo due secoli che i fatti sono avvenuti e di solito subito dopo gli accadimenti la scrive sempre il vincitore ma è ora che la storia venga rivista senza integralismi al rovescio” E’ quanto affermano il coordinatore regionale dell’Mpa, Giuseppe Maria De Bellis, e il coordinatore regionale del Gruppo giovanile Mpa, Mario Guarente, dopo la presentazione del libro ‘Terroni’ di Pino Aprile che si è tenuta presso il Grande Albergo di Potenza lo scorso 16 ottobre.
“Il Movimento per le Autonomie della Basilicata, vista la sua collocazione – continuano gli esponenti Mpa – non poteva esimersi dall’essere presente e organizzare un evento culturale di grande importanza. La presentazione di un libro è già di per sé un evento, se poi il libro, come nel caso di ‘Terroni’ parla della tua terra, del tuo territorio e analizza eventi storici, politici e sociali, che hanno determinato un precipitato storico che a distanza di 150 anni è ancora vivo sulla nostra pelle, allora ognuno di noi si rende conto che quelli scritti da Aprile sono i fatti che avremmo voluto raccontare noi”.
Ringraziando il pubblico numeroso ed eterogeneo che ha partecipato all’evento i responsabili Mpa, concludono affermando che “il Movimento si fa carico della questione meridionale, ma non per essere sostenitore ad oltranza di un Sud apatico, assistito, piagnucoloso e pigro, ma per un Sud cosciente che vuole risalire la china, che vuole raddrizzare la schiena, che non vuole perdere più treni e che si sente parte di un territorio Italia che ha un Centro, un Sud e un Nord e non vuole e non si sente una piaga , facendo riferimento al libro, ma vuole essere artefice del proprio destino “quisque faber fortunae suae”.
Il Consigliere regionale Francesco Mollica, presente all’evento, ha dichiarato “di essere soddisfatto per quello che dalla presentazione è scaturito: dibattito, discussione, confronto (anche con toni aspri), ma soprattutto presa di coscienza di ciò che eravamo e di ciò che potremo tornare ad essere: ‘un territorio che spera in un futuro migliore’. E se il libro – ha sottolineato Mollica – lanciando provocazioni, ci fa riflettere attentamente non si potrà più dire: ‘non sapevo’. L’unico rammarico – ha concluso Mollica – è constatare come in questa regione i mass media continuino a tacere e dare scarso rilievo a ciò che di propositivo viene svolto dalle forze attive sul territorio, quasi a voler cancellare la memoria”.