MANOVRA GOVERNO, ARCHEOLOGI: UNA CONDANNA PER LA RICERCA

La manovra finanziaria «Decreto legge recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica» prevede il taglio dei fondi statati a centinaia di istituti ed enti culturali italiani.
All’art. 7 comma 22 recita, infatti, che «lo Stato cessa di concorrere al finanziamento degli enti, istituti, fondazioni e altri organismi», indicati in un elenco allegato di 232 organismi.
Tra questi compaiono molti dei più importanti istituti e centri di ricerca nel settore dell’archeologia e delle scienze dell’antichità.
Tra gli altri: Centro Camuno di Studi Preistorici, Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo, Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi, Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, Istituto Italiano di Numismatica, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Istituto Italiano di Studi Storici, Istituto Italiano per la Storia Antica, Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte, Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, Istituto Nazionale di Studi Romani, Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, Scuola Archeologica Italiana di Atene.
L’Associazione Nazionale Archeologi prende atto che dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa il Ministro Bondi da un lato ha detto di essere stato esautorato dalla decisione dei tagli operati dalla finanziaria, dall’altro ha ribadito di essere in «in totale sintonia con Tremonti».
Mentre in questo stesso momento con le privatizzazioni della gestione di aree archeologiche e musei lo Stato italiano sta di fatto incomprensibilmente rinunciando ad una parte consistente dei propri introiti per regalarli ai privati, dall’altro con l’attuale finanziaria, che arriva dopo due anni di feroci tagli che già hanno messo in ginocchio la ricerca e la tutela dei Beni Culturali nel nostro Paese, si condannano alla chiusura i più importanti e prestigiosi centri di ricerca e istituti italiani nel settore delle scienze dell’antichità.
«La finanziaria massacra la ricerca italiana nel settore delle scienze dell’antichità, facendoci uscire dal novero dei paesi culturalmente avanzati. Urge un intervento immediato e forte da parte del Ministro – afferma il Presidente Tsao Cevoli – per scongiurare la chiusura di questi enti».
«In caso contrario – continua il Presidente – se si rivelerà incapace di evitare la distruzione di istituzioni culturali che in alcuni casi, come la Scuola Archeologica Italiana di Atene, hanno oltre un secolo di storia e sono sopravvissute persino a due guerre mondiali, l’on. Bondi dovrebbe prendere atto della propria impotenza e rassegnare immediatamente le dimissioni da Ministro per i Beni e le Attività Culturali».
(BAS – 04)

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