Leggieri: “Si torna a parlare dell’inceneritore Fenice”

Per il capogruppo del M5s “oggi scopriamo che rilevanti novità ci sono sia sul versante lavorativo, sia sul versante ambientale”

&ldquo;In questi giorni &egrave; scoppiato nuovamente il caso Fenice di San Nicola di Melfi. Un caso per noi mai archiviato e sempre al centro dell&rsquo;attenzione della nostra attivit&agrave; in Consiglio regionale. Peccato che non tutti hanno dato la stessa importanza e priorit&agrave; a questa incresciosa situazione permettendo invece ai gestori dell&rsquo;inceneritore di fare il bello ed il cattivo tempo sia rispetto ai lavoratori, sia rispetto alla sicurezza e al mancato rispetto delle norme in materia di tutela ambientale&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto afferma il capogruppo del M5s Gianni Leggieri che continua &ldquo;cos&igrave; oggi scopriamo che rilevanti novit&agrave; ci sono sia sul versante lavorativo, sia sul versante ambientale. Quanto al primo punto, dopo aver avuto accesso all&rsquo;ennesimo contratto di solidariet&agrave;, la societ&agrave; Rendina Ambiente srl sembra aver venduto la propriet&agrave; dell&rsquo;inceneritore ad altra societ&agrave;. A questo punto la domanda nasce spontanea, cosa ne sar&agrave; dei contratti di solidariet&agrave; sottoscritti qualche settimana fa? Quale piano industriale predisporr&agrave; la nuova societ&agrave;? Che futuro devono aspettarsi i lavoratori dell&rsquo;inceneritore&rdquo;?<br /><br />&ldquo;Domande &ndash; aggiunge – ancora prive di risposte, anche per colpa della Giunta regionale che finora non ha voluto dar seguito a quella mozione proposta dal Movimento 5 stelle e approvata dal Consiglio regionale per l&#39;istituzione di un tavolo regionale proprio per discutere le problematiche lavorative dell&rsquo;inceneritore di San Nicola di Melfi. Ma si sa, la politica lucana ha il terrore di assumersi responsabilit&agrave; e di prendere posizioni. Preferisce restare a guardare nella speranza che i problemi trovino soluzioni magiche&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ma ancora pi&ugrave; grave &ndash; dice Leggieri – &egrave; la situazione ambientale che si registra in questi giorni gi&agrave; a San Nicola di Melfi. Si torna infatti a parlare di &lsquo;anomalie radiometriche&rsquo;, l&rsquo;ultima segnalata il 29 maggio 2017 si aggiunge alle precedenti 38 anomalie riscontrate tra il 16 dicembre 2014 e il giugno del 2017. In pratica sarebbero arrivati alle porte dell&rsquo;inceneritore Fenice camion contenenti rifiuti radioattivi (di che tipo e pericolosit&agrave; non &egrave; dato saperlo). Ma da dove arrivano questi camion e i relativi rifiuti? Ancora una domanda priva di risposta. Per non parlare dei monitoraggi bimestrali delle falde acquifere. Da quanto &egrave; dato sapere, infatti, l&rsquo;ultimo monitoraggio che si sarebbe dovuto svolgere nel marzo 2017, non &egrave; stato effettuato. Perch&eacute;&rdquo; ?<br /><br />&ldquo;Se questo quadro appare gi&agrave; di per s&eacute; preoccupante &ndash; continua – non possiamo non ricordare che manca ancora il famoso piano di bonifica dell&rsquo;area contaminata da Fenice, un piano che continua ad essere un mistero. Rispetto a questa situazione veramente incresciosa ci chiediamo cosa intenda fare l&rsquo;assessore regionale competente e lo stesso presidente Pittella. Forse &egrave; arrivato il momento di dare risposte vere ai cittadini che si trovano da anni in prima fila a lottare per il diritto alla salute. Forse sarebbe il caso di revocare quell&rsquo;Aia concessa a Fenice con un bliz inspiegabile che ha calpestato di fatto anche i compiti della commissione regionale competente&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Attendiamo che la Regione &ndash; conclude Leggieri – batta un colpo e che magari anche la magistratura dia un cenno di vita anche in considerazione del fatto che ormai le denunce presentate da lavoratori, cittadini ed istituzioni sono veramente tante&rdquo;.<br /><br />L.C.<br />

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