Legambiente su manifestazione e referendum Acqua e Nucleare

Sabato 26 marzo anche una delegazione della Legambiente Basilicata era in piazza a Roma a manifestare per spiegare tutte le ragioni dei sì e sollecitare i cittadini ad andare alle urne il 12 e 13 giugno.
“Legambiente – si legge in una nota – è tra le associazioni che hanno costituito i comitati referendari “Vota Sì per fermare il nucleare” e “2 Sì per l’acqua bene comune”.
Sul nucleare siamo impegnati ad “aiutare” il governo nella sua pausa di riflessione, esprimendo chiaramente il nostro rifiuto sul rilancio dell’energia atomica. Le centrali sono pericolose, costose e non servono all’Italia.
Siamo contrari, inoltre all’obbligo di privatizzazione del servizio idrico nel nostro Paese, perché l’acqua è un bene comune e il suo utilizzo deve rispondere a criteri di pubblica utilità. Il decreto Ronchi va modificato, considera erroneamente la gestione privata come la soluzione di tutti i mali e minaccia quelle gestioni pubbliche che hanno garantito un servizio efficace, efficiente ed economico.
Più che privatizzare il sistema idrico, occorre, infatti, risolvere i numerosi problemi del servizio idrico in Italia, dove il 33% dell’acqua potabile si perde nelle reti colabrodo di trasporto e di distribuzione tanto che, in alcune regioni, l’accesso è razionato e irregolare nei mesi estivi. Manca un’autorità pubblica, autorevole e indipendente che controlli che le gestioni idriche rispondano ai criteri di un uso socialmente equo e ambientalmente sostenibile. Mancano politiche di efficienza e risparmio e l’adozione di tecnologie appropriate come il riuso delle acque reflue depurate per l’irrigazione e le lavorazioni industriali. Per garantire a tutti il diritto all’acqua, è necessario adottare un sistema tariffario che scoraggi gli sprechi e recuperi risorse per migliorare il servizio. Si calcola che il 30% degli italiani scarica i suoi reflui nei fiumi, nei laghi e nel mare senza depurazione e 9 milioni di abitanti (pari al 15% del totale) non sono serviti dalla rete fognaria.
Per quanto riguarda il nucleare, Legambiente sottolinea la preoccupante incoerenza delle dichiarazioni rilasciate da politici e tecnici nuclearisti in seguito all’incidente giapponese”.

“Secondo Legambiente – prosegue il comunicato – il nucleare è pericoloso, come dimostrano, purtroppo, la tragedia giapponese di Fukushima e il disastro di Cernobyl, e non esiste tecnologia che possa escludere il rischio di gravi incidenti con fuoriuscita di radioattività. Le centrali, inoltre, rilasciano radioattività nell’ambiente anche nel normale funzionamento, senza incidenti. L’agricoltura rischia di essere pesantemente penalizzata e i bambini che abitano nelle vicinanze corrono maggiori rischi di contrarre la leucemia, come dimostra un’indagine epidemiologica tedesca che rileva una dipendenza dell’insorgenza di patologie infantili (bambini da 0 a 5 anni) dalla vicinanza alla centrale.
Lo smaltimento definitivo delle scorie, poi, è un problema irrisolto e non da poco. Queste restano radioattive per decine di migliaia di anni e non esiste attualmente al mondo un deposito definitivo per smaltirle in sicurezza per un periodo così lungo”.

BAS 05

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