LE SCELTE DELLA VAL D’AGRI SECONDO IL WWF

“Il Wwf Basilicata, nel recente “Incontro dibattito a Villa d’Agri, sul petrolio e monitoraggio ambientale con i cittadini e le istituzioni” dell’8 gennaio, ha esibito ed illustrato i dati del monitoraggio del centro olio nell’ultimo anno, ponendo nella relazione di apertura delle precise domande in ordine:
a. allo stato del monitoraggio delle attività petrolifere in Val d’Agri;
b. alla mancata realizzazione dell’accordo di programma del 1998 che prevede la creazione, a spese dell’ENI, di una rete completa di monitoraggio del petrolio da gestire da parte della Regione Basilicata;
c. alla eventuale connessione tra l’aumento delle malattie respiratorie, circolatorie e tumorali in Valle e l’estrazione del petrolio e suo stoccaggio e prima raffinazione nel Centro olio di Viggiano”.
E’ quanto si legge in un comunicato stampa firmato da Vito Mazzilli, presidente del Wwf Basilicata. “Le domande – si legge nella nota – sono state rivolte a tutti gli Enti interessati al controllo e gestione del territorio, cioè la Regione Basilicata, l’Arpab che è l’Ente ufficiale addetto al monitoraggio di queste attività, l’Agrobios che è l’ente di ricerca di queste attività, all’ENI che estrae il petrolio e gestisce il Centro olio, alle istituzioni provinciali e comunali che ,essendo state elette dal popolo sono la loro la rappresentanza, e devono preoccuparsi, al pari di noi associazioni, di quello che avviene sul territorio di loro competenza come compito istituzionale, obbligo politico e sensibilità personale. La partecipazione è stata enorme, molto di più del previsto e prevedibile in questi casi; è stato un segno di fiducia dei cittadini nell’organizzazione ed innanzitutto nelle tematiche che sono state esposte correttamente ed in modo chiaro e comprensibile”.
Per Mazzilli “il destino della Regione non è legato al petrolio,né ai progetti di numerosi impianti che si intendono realizzare sul territorio per produrre le più svariate energie, a biomasse, nucleari, eoliche. La Regione ha meno di 600mila abitanti su un’area molto vasta di 10mila chilometri quadrati, ha bisogno assoluto di rivitalizzare la sua agricoltura, il suo turismo, l’artigianato locale. Tutto questo è legato indissolubilmente al territorio, il quale se verrà occupato da impianti petroliferi, da centrali nucleari, da enormi impianti a biomasse come quella del Mercure, da siti di stoccaggio di scorie radioattive (Itrec di Rotondella), da parchi eolici, non avrà nessuno sviluppo sostenibile e non assicurerà una migliore vita ai suoi abitanti”.
(bas – 04)

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