Il terremoto del 1980, novanta secondi e nulla fu più uguale

687 i comuni colpiti, 687 i comuni colpiti, oltre 5milioni di abitanti coinvolti, oltre 2mila furono i morti, 10mila feriti, e 300mila senza tetto: il tragico bilancio del sisma

Novanta secondi e nulla fu più uguale perché il terremoto che nel 1980 devastò l’Irpinia e parte della Basilicata, cambiò radicalmente la vita di migliaia di persone.
Erano le 19,35 di domenica 23 novembre 1980 quando due scosse sismiche a distanza di pochi secondi l’una dall’altra sconvolsero per un interminabile minuto e trenta secondi una vasta area dell’Appennino Meridionale, tra l’Irpinia e la Basilicata.
Scosse del 9-10 grado della scala Mercalli, con un epicentro di circa 30 kilometri di profondità, si avvertirono dall’Irpinia al Vulture, nelle province di Avellino, Salerno e Potenza.
Gli effetti tuttavia si estesero ad una zona molto più ampia, interessando tutta l’area centro meridionale della penisola: 687 i comuni colpiti, oltre 5milioni di abitanti coinvolti, oltre 2mila furono i morti, 10mila feriti, e 300mila senza tetto. Furono cancellate oltre 77mila costruzioni ed altre 275mila rimasero gravemente danneggiate, interi paesi scomparvero in pochi istanti.
Oltre 8mila furono i soccorritori intervenuti da ogni parte d’Italia e del mondo. Una tragedia immensa che modificò il corso degli eventi nella Basilicata del Nord Ovest, dove furono dichiarati “disastrati” i Comuni di Balvano, Bella, Brienza, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano, Potenza, Ruvo di Muro e Vietri di Potenza.
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