Il documento che raccoglie le osservazioni formulate dal gruppo Pd e consegnate al Commissario dell'Alsia al termine di un incontro al quale ha partecipato una delegazione del gruppo composta dai consiglieri Viti, Straziuso, Dalessandro e Braia
Le considerazioni insite nel documento trasmesse, oltre che al Commissario dell’Alsia, Domenico Romaniello, al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore regionale all’Agricoltura, "ai quali chiediamo di stabilire forme di raccordo con le iniziative in atto all’interno dell’Agenzia".
“Formuliamo alcune osservazioni – si legge nel documento – che in uno spirito di collaborazione consideriamo possano tornare utili in previsione del rilancio dell’Alsia nel quadro della riforma della governance agricola. Non sembri superfluo il richiamo al necessario collegamento tra progetto di riforma della governance e rilancio della mission dell’Alsia. Qualsiasi iniziativa mirata a intervenire sugli assetti della struttura al di fuori delle linee che ispirano il lavoro di riordino della governance agricola, sarebbe infatti destinata a produrre difficoltà, resistenze e contraddizioni. Riteniamo innanzitutto valida la prospettiva di mantenere un Ente strumentale funzionale all’attuazione di politiche di sviluppo e alla erogazione di servizi nel settore agricolo, forestale e agroalimentare: prospettiva peraltro già contenuta nella iniziativa legislativa del Dipartimento regionale, approvata dalla Giunta nel 2009 e non pervenuta all’esame del Consiglio regionale. In quella proposta, che andrebbe ripresa, erano contenute indicazioni concertate con tutti i soggetti, pubblici e privati, titolati a fornire servizi di sviluppo agricolo ai sensi della L.R. 29/2001. Una delle valutazioni che stimiamo tuttora valide è la opportunità di considerare autonoma l’area della dismissione dei beni della riforma. Aggiungiamo che l’area della riforma potrebbe essere, infatti, affidata ad una autonoma gestione a termine dentro una linea che consideri di proprietà della Regione i beni rivenienti dalla riforma, con la previsione che essi vengano gestiti secondo una visione dell’utilizzo del patrimonio in termini non di mera liquidazione, orientata al saldo di debiti e tributi dovuti dall’Agenzia, ma al rilancio dei servizi di sviluppo agricolo e delle finalità mirate a valorizzare tutte le strategie a sostegno dello sviluppo rurale. Ciò pretenderebbe la definizione di un’apposito segmento della più generale Area della riforma fondiaria, che in raccordo con la competente Area di sviluppo agricolo, orientata alla promozione delle azioni di sostegno e sviluppo dell’agricoltura, definisca un piano di rivalutazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, anche accelerando e rendendo ulteriormente fluide le procedure di dismissione: operazioni finora regolate da apposite norme regionali e non ancora rese del tutto operative”.
“Inoltre – si legge ancora nel documento – proprio l’intento che l’Amministrazione straordinaria dell’Alsia dichiara di conseguire nel segno del risparmio e della maggiore funzionalità, pretenderebbe che l’Area di sviluppo agricolo continui a mantenere la gestione unitaria dell’intera attività di mission che è ‘lo Sviluppo agricolo’, con uno specifico servizio territoriale eventualmente attestato a Potenza. Consideriamo essenziale perciò, che venga mantenuto nella sede centrale il coordinamento di tutte le competenze legate ai Servizi di sviluppo agricolo. In relazione a questa esigenza andrebbe poi tenuta nel debito conto la vocazione agricola dei territori e, in relazione a tali peculiarità, individuata la ripartizione, fra sedi e aziende sperimentali, di compiti e funzioni specifici. Non appaiono peraltro congruenti le ipotesi di nuove filiere che non sembrano appartenere alla specificità dell’Agenzia. Si ipotizza, fra l’altro, una nuova Azienda sperimentale senza che se ne quantifichino costi e ritorni, mentre si abolisce l’Azienda di Matera, sede dell’antica Cattedra Ambulante che, anche per il rilievo storico e culturale, è, se mai, da potenziare e da rilanciare”.
“Altra decisione – aggiungono i consiglieri del Pd – su cui riteniamo sia urgente riflettere è l’opportunità di concentrare le funzioni dell’Alsia su Scanzano, la cui funzione va validata proprio in relazione alla tipologia delle aziende agricole e degli interessi diffusi sul territorio che si rivolgono ai servizi offerti dall’Agenzia. In questo quadro andrà bilanciato il rapporto tra profili tecnici e amministrativi nell’organico. D’altra parte, appare dubbia la perseguibilità di qualificare e specializzare il lavoro delle risorse umane semplicemente attraverso la elencazione di compiti suddivisi per filiera. Mentre andrebbero ripensate struttura, funzioni e distribuzione territoriale delle Aziende Agricole Sperimentali Dimostrative e delle altre sedi, proprio in considerazione del mantenimento della valorizzazione della funzione della “ricerca e sperimentazione”, assolutamente centrale nella missione che all’Alsia viene assegnata. Sempre in tale contesto ci sembra opportuno evidenziare la necessità che l’Agenzia si riappropri delle sue prerogative di cerniera fra la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, svolta da un ampio numero di istituti di ricerca presenti sul territorio (l’Agrobios in primo luogo) ed il suo trasferimento presso il mondo agricolo anche in vista dei cambiamenti in corso all’interno del settore conseguenti i mutamenti della Pac in essere ed in previsione per il periodo 2013-2020. A tal proposito ci preme di evidenziare come la questione ambientale nell’ambito dello sviluppo rurale stia diventando sempre più preminente con tutte le interrelazioni che possono sussistere fra multifunzionalità dell’agricoltura e green economy, passando attraverso l’interessante settore delle agroenergie e della forestazione produttiva”.
“E’ in questo ambito, ad esempio – aggiungono gli esponenti del Partito democratico – che si auspica una attenta specializzazione delle aziende sperimentali anche attraverso una oculata distribuzione territoriale con un’attenzione particolare a tali mercati emergenti su cui la Regione si sta spendendo, possibilmente prevedendo la realizzazione di un’azienda ‘Forestale’ che possa svolgere l’importante compito di indirizzo, assistenza tecnica e trasferimento tecnologico alle aziende in vista dei numerosi bandi inerenti la forestazione produttiva che il competente Dipartimento ha emanato e emanerà nell’ambito del PSR. Non a caso le conoscenze relative alle colture forestali hanno rappresentato in passato e rappresentano tuttora l’anello debole nel know how dell’imprenditore agricolo medio, un fatto su cui l’Agenzia potrebbe focalizzare la sua attenzione andando a colmare quel gap informativo utile per garantire il successo dell’azione del Dipartimento in questo ambito operativo. Rammentiamo, infine, che il riordino di carattere territoriale, che va ben oltre le competenze relative a scelte di mera riorganizzazione amministrativa, ove venisse posto in essere, non potrebbe non costituire oggetto di intesa con la Giunta regionale con riferimento al comma 1 dell’art. 3 della L.R. 38/96”.