“La CGIL di Basilicata sostiene le ragioni che hanno indotto i magistrati italiani, ed in particolare quelli facenti capo alla corte di appello di Potenza, a protestare contro l'operato del Governo in modo particolare per l'annunciato processo breve che non affronta il problema dei tempi della giustizia per tutti i cittadini ma per uno solo, oltre a limitare pesantemente l'autonomia dei magistrati nell'esercizio delle loro funzioni”. Lo sostiene, in un comunicato stampa, il segretario generale della Cgil lucana, Antonio Pepe. “Come è ormai noto, la situazione della giustizia è palesemente grave a causa della carenza degli organici, a partire dai magistrati e dal personale tecnico amministrativo, oltre che della insufficienza della dotazione di mezzi, attrezzature e tecnologie per la celebrazione di processi telematici”.
Per la CGIL “è necessario continuare a difendere la giustizia, i valori ed i diritti contenuti nella nostra Carta Costituzionale, a maggior ragione in questa fase di continui conflitti istituzionali alimentati ad arte per giustificare una modifica profonda della nostra costituzione.
E' evidente l'obiettivo di far saltare il principio di equilibrio fra i diversi poteri dello Stato – continua Pepe – per portare il paese ad un sistema plebiscitario dove tutto è piegato al volere del grande “sultano” comunicatore, dove anche la giustizia quale principio di uguaglianza sostanziale per tutti i cittadini di fronte alla legge verrebbe cancellato a favore dei potenti”.
“I problemi della giustizia italiana non sono una novità e si sono progressivamente aggravati nel tempo. I rapporti di istituzioni nazionali ed internazionali, da ultimo il Consiglio d’Europa, denunciano una situazione di degrado al limite del collasso a causa della durata eccessiva dei processi. Da tempo gli uffici giudiziari del paese versano in condizioni gravi, mancano le persone che li facciano funzionare, mancano le risorse e non vi sono progetti di modernizzazione che possano garantire una accelerazione dei tempi dei processi.
La situazione nel distretto lucano produce esattamente tale grave situazione e fra l'altro fa aumentare la sfiducia nel sistema da parte dei cittadini onesti.
Il grado di penetrazione, nella nostra regione ed in particolare nei territori del vulture melfese del metapontino, della criminalità organizzata e delle mafie, l'aumento degli illeciti, a partire dall'usura e dal riciclaggio di denaro sporco, le infiltrazioni negli appalti pubblici, lo sfruttamento bestiale degli immigrati sono fenomeni – conclude Pepe – che debbono essere sottoposti ad un maggior controllo da parte del sistema giudiziario lucano, oltre che della definizione di questioni rimaste per molto tempo aperte”.
bas 02