Pardi: le Istituzioni creino Albi e percorsi mirati
La Basilicata che invecchia ha una rete di assistenza pubblica a dir poco sottodimensionata. Anziani soli, dunque, e sempre meno autosufficienti. La soluzione più semplice è il ricorso alle assistenti familiari (nuova denominazione per le badanti), mestiere che non è più solo di interesse per le straniere. Lo dimostra la partecipazione di diverse ragazze lucane ai corsi di formazione di primo livello organizzati dall’Anteas (associazione terza età attiva per la solidarietà) a Potenza e a Matera grazie ai fondi del cinque per mille.
“Noi lo diciamo da tempo – dichiara Vincenzo Pardi, segretario generale del sindacato dei pensionati della Cisl di Basilicata, di cui l’Anteas è diretta emanazione -. Questa può diventare un’occasione di lavoro per tutti. Però, per tutelare la salute di tanti anziani e non autosufficienti lucani, occorre qualificare e dare dignità al lavoro delle assistenti domiciliari. I dati in nostro possesso, infatti, rivelano che esiste ancora tanta improvvisazione in un settore in cui occorrerebbe invece estrema professionalità, a garanzia dell’ammalato e della sua famiglia”.
Già da tempo la Fnp Cisl aveva lanciato l’idea di appositi Albi Comunali in cui inserire le assistenti familiari, anche per far uscire dal sommerso le lavoratrici attualmente in nero: “Sono un migliaio, in Basilicata – sottolinea Pardi – e ciò rende ancora più difficile il monitoraggio attento di un fenomeno in continua crescita, stante le forti carenze del servizio pubblico”. Oggi l’Anteas Basilicata, che già eroga servizi gratuiti a livello medico ambulatoriale, si è posta in prima fila per avviare una formazione di primo livello. Dopo Potenza e Melfi, in autunno sarà la volta della Val d’Agri.
“Le assistenti familiari – spiega Tonino Forlenza, presidente Anteas Basilicata – vogliono crescere, professionalmente, per lavorare meglio e avere un rapporto migliore con gli assistiti e le loro famiglie. Sono ancora in prevalenza straniere, ma anche molte lucane iniziano a frequentare i corsi sperando di potersi inserire in un settore, quello dei servizi alla persona, che in prospettiva futura assicurerà moltissimi spazi”. L’auspicata creazione degli Albi e il perseguimento di attività formative efficaci abbasserebbero dunque le soglie della disoccupazione femminile e sarebbero una forma di garanzia in più per gli assistiti.
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