Il consigliere del Pdl in una nota inviata agli organi di informazione compie un’analisi sulle misure approvate e sulle occasioni mancate
“La Finanziaria, il provvedimento più importante di un anno amministrativo, non ha suscitato il minimo interesse negli organi di informazione che, con tutta evidenza, si sono limitati a darne notizia, senza la consueta enfasi, evidentemente per mero dovere di cronaca” . Lo afferma il Consigliere regionale del gruppo Pdl, Mario Venezia, in una nota inviata a tutti gli organi di informazione con la quale compie un’analisi approfondita sulle principali misure contenute nella manovra.
“La manovra finanziaria, nonostante le grandi criticità lucane – sottolinea Venezia – è l’esempio della enorme distanza esistente tra governo regionale e popolo lucano. E’ composta, sostanzialmente, da quattro punti: Governance, Università, sport e sanità (poche cose). Tutto qui. Salvo poi ad aggiungere lo scandaloso maxi emendamento, presentato in calcio d’angolo dalla Giunta, resosi necessario per calmare le intemperanze e le profonde spaccature della maggioranza consiliare, PD in testa. Ore ed ore di discussione sulle comunità montane e sulle comunità locali, cioè la lotta senza quartiere a tutela degli interessi di piccole e meschine lobbies di potere di una sinistra lucana frantumata e divisa su tutto e sul contrario di tutto. Su questi interessi si è accapigliata la maggioranza facendo paurosamente vacillare la poltrona del Presidente, non sulla oramai “Questione Basilicata”. Solo ed esclusivamente interessi di potere”.
“Dell’assoluta mancanza di proposte per l’agricoltura, l’artigianato, l’industria, il commercio, le migliaia di cassintegrati, i disoccupati, le tante famiglie povere, i tanti emigrati – sottolinea il consigliere – nessuno dei signori che sostengono il potere (Giunta regionale in testa) sembra provare il minimo interesse”.
Per quanto riguarda la sanità, da una parte si taglia sul diritto alla salute, dall’altra si spende senza controllo nel pagare società di servizi che nulla hanno a che fare con la sanità. Riguardo all’Università dieci milioni di euro in più all’anno per dodici anni consecutivi, senza chiedere giustificazioni sulle centinaia di migliaia di euro spesi in decine e decine di contratti di collaborazione, nonostante i circa 300 docenti e 300 amministrativi.
“Come si può notare – conclude il consigliere – con queste premesse, anche l’anno che sta per nascere non sarà favorevole per la Basilicata. Nulla è stato previsto, come più volte ho riferito, per sostenere lo sviluppo e le politiche del lavoro; al contrario ingenti somme di danaro si perderanno nei mille rivoli della clientela, della diseducazione al lavoro ed alla formazione di una nuova categoria sociale, dei nuovi servi, quella dei questuanti, saziati oggi per essere affamati e ricattati per la prossima consultazione elettorale”.