Fim Cisl su sciopero: si deve trattare

 “Se, come ha detto Cremaschi nella sua recente visita lucana, il compito del sindacato, compresa la Cgil, non è trattare ma lottare, la bassa affluenza allo sciopero di oggi mette la pietra tombale sulla fallimentare strategia politica della Fiom”. Lo ha detto stamane il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Antonio Zenga, commentando le adesioni in Basilicata allo sciopero generale proclamato dalla Fiom. “In base ai dati in nostro possesso – ha commentato Zenga – il novanta per cento dei lavoratori e delle lavoratrici della Basilicata hanno bocciato la strategia dello sciopero generale e generalizzato. Il dato più eclatante è quello della Sata, epicentro del conflitto, dove solo sette lavoratori su cento hanno aderito allo sciopero, un risultato che è ben al di sotto dei pronostici e che rappresenta una sconfitta storica del sindacalismo antagonista, come dimostra anche la scarsa partecipazione alla manifestazione organizzata davanti cancelli della Fiat, nonostante la chiamata a raccolta di tutta la Cgil a politici, parlamentari, assessori regionali e movimenti”. Per il segretario della Fim lucana “questo risultato smentisce l'invito fatto da Cremaschi a Cgil, Cisl e Uil alla lotta e al conflitto radicale e riafferma che il compito del sindacato è prima di tutto trattare con la controparte, checché ne pensino le frange che ieri hanno fischiato la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, a Bologna. I lavoratori metalmeccanici lucani hanno rifiutato il richiamo al radicalismo di Cremaschi confermandoci il mandato a trattare e noi della Fim Cisl ci atterremo al mandato dei lavoratori”. Infine una stoccata alla politica che, secondo Zenga, “in questo e altri frangenti si è dimostrata assolutamente inadeguata a svolgere un ruolo di mediazione tra i corpi sociali, scegliendo, al contrario, di appiattirsi sulle posizioni antagoniste della Fiom. È una sconfitta epocale per quei settori della politica che hanno tentato, non riuscendoci, di sostituirsi al sindacato nella funzione di rappresentanza dei lavoratori e della Fiom che, come in un gioco di specchi, ha provato a sostituirsi alla politica, come dimostrano dopo il referendum di Mirafiori le voci ricorrenti circa la candidatura a sindaco di un segretario nazionale della Fiom alle prossime elezioni amministrative di Torino”.

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