Fiat, Romaniello: con De Filippo passi avanti nella vertenza

“I partiti sono chiamati a svolgere un compito straordinario di impegno prima che si decidano le sorti dell'industria automobilistica nel nostro Paese”


"Dopo che, finalmente, il Governo si è detto contrario al progetto annunciato dalla Fiat di spostare in Serbia la produzione dei modelli Multipla e Lancia Musa e il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, si è deciso ad invitare l'azienda a trattare senza assumere decisioni unilaterali, la proposta del presidente De Filippo della convocazione di un tavolo nazionale per discutere unitariamente della politica industriale automobilistica italiana assume un significato politico ed istituzionale che non va sottovalutato, anche per quanto riguarda gli eventi succedutisi a Melfi”. E' il commento del capogruppo Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello che ha sottolineato "la positività dell'iniziativa di De Filippo che può far compiere un passo in avanti per la convergenza di posizioni fra le parti sociali e le istituzioni anche rispetto alla vertenza esplosa con il licenziamento dei tre operai dello stabilimento di Melfi”.

“Dopo lo sciopero di due ore – continua Romaniello -, proclamato dalla Fiom e svoltosi oggi in tutti gli stabilimenti Fiat, contro la distribuzione dei dividendi e dei premi agli azionisti mentre si tagliano posti di lavoro, si colpisce il sindacato con i licenziamenti, non si pagano i 600-800 euro a tutti i dipendenti previsti da intese sottoscritte, l'apertura di un negoziato sulle prospettive industriali e occupazionali del gruppo non è più rinviabile. In questo contesto, sono certo che la Regione Basilicata può giocare un ruolo importante per far pesare alla Fiat la scelta del Campus Tecnologico a Melfi che non è certamente a costo zero per la collettività. Sarebbe, infatti, un paradosso che non possiamo tollerare quello di impegnare risorse pubbliche per la ricerca tecnologica e l'innovazione a Melfi e produrre modelli o prodotti innovati altrove e addirittura fuori dal Paese”.

“Per questo – sottolinea l’esponente Sel – la posizione di De Filippo chiamando tutte le organizzazioni sindacali a non cadere nella trappola della contrapposizione lavoro-diritti, per ricompattare il fronte unitario istituzioni-sindacati-lavoratori, apre la strada verso il rigetto del disegno strategico della Fiat che punta a colpire la Fiom e con essa i lavoratori fuori dal coro e ad avere mano libera, facendo uso persino di accuse provocatorie su presunti sabotaggi in fabbrica, per gli investimenti più vantaggiosi, sotto tutti gli aspetti, in Serbia”.

“Anche i partiti – conclude Romaniello – sono chiamati in questa fase a svolgere un compito straordinario di impegno, in sintonia con quanto sostenuto nell’appello unitario dei gruppi consiliari regionali, prima che si decidano le sorti dell'industria automobilistica nel nostro Paese".

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