“Il federalismo fiscale che ha in mente il Governo non funziona, si rischia una rottura profonda del nostro Paese, ed è inaccettabile che il demanio pubblico diventi oggetto di una sorta di mega operazione immobiliare”. E' il parere della coordinatrice regionale per la Basilicata dell'Api (Alleanza per l'Italia) Vilma Mazzocco, per la quale “anche se per la Basilicata, il valore complessivo che è stato stimato dal Ministero dell’Economia e dall'Agenzia del Territorio è considerato limitato rispetto alle altre regioni ed ammonterebbe a 48,60 milioni di euro, vigileremo con grande attenzione sulle fasi di attuazione del provvedimento del Governo. Intanto, la manovra di aggiustamento dei bilanci degli enti locali attraverso la cessione dei beni demaniali – sottolinea Mazzocco – ha almeno due punti deboli. Il primo è che non porta perequazione: un terzo dei beni demaniali trasferiti è a Roma e i restanti due terzi sono concentrati quasi completamente nel centro-nord. Dunque, solo una minima parte è nella disponibilità delle Regioni del Mezzogiorno. Questo significa che le vendite dei beni demaniali serviranno ad aggiustare i bilanci di Regioni già ricche. Il secondo punto debole è che quelle cessioni sono a rischio di speculazioni che siamo fortemente intenzionati a contrastare. Nella manovra governativa che porta il segno evidente della Lega, inoltre – aggiunge la coordinatrice dell'Api – si sottovaluta che il patrimonio demaniale non é solo economico ma anche culturale e identitario dei nostri territori e delle nostre comunità. Uno strumento che intende pertanto colpire il Codice del Paesaggio, a cui ha lavorato da Ministro ai Beni Culturali Francesco Rutelli nel precedente Governo e che punta invece alla piena tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche, ambientali e storiche del Paese. D'altronde, un bene è comune non solo perché è pubblico, ma perché nella sua gestione, nella sua cura e nella sua fruizione sono chiamate in prima persona i cittadini. Quindi non basta di per sé la proprietà pubblica a mettere al sicuro ciò che chiamiamo un bene comune, ma il grado di partecipazione dei cittadini e che questo sia meglio garantito dai comuni o dalle regioni dipende solo dalla politica che li governa e dagli atti concreti che compie.
Noi – dice ancora Mazzocco – siamo per la responsabilizzazione, la razionalizzazione e l'efficienza delle amministrazioni locali, ma questo non significa essere per un taglio brutale delle risorse che finirebbe per scaricarsi sui cittadini. Per questa ragione siamo fortemente preoccupati: si stanno costruendo le precondizioni per una rottura profonda del nostro Paese, della sua tenuta sociale”.
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