“Insieme alla preoccupazione per il grave disagio che stanno vivendo i dipendenti delle Comunità montane nutriamo la stessa preoccupazione per lo stato dei servizi essenziali sul territorio, tra cui scuole e trasporto pubblico”
'La manifestazione di protesta dei dipendenti delle Comunità montane e l’accelerazione impressa dal Governo al processo destinato a ridefinire i rapporti tra Stato centrale e il complesso sistema delle Autonomie locali, attraverso l’approvazione del maxi-decreto sul federalismo fiscale, impongono a Consiglio e Giunta regionali di riprendere con maggiore speditezza la riforma del governo locale arrivando ad una rapida conclusione sul futuro delle Comunità Montane specie in rapporto alle Comunità locali”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Ausilio, sottolineando che “non si possono ulteriormente tenere nell’incertezza i dipendenti degli enti montani e tanto meno penalizzare piccole comunità locali che vivono in aree depresse e svantaggiate”.
Nel condividere le posizioni di Uncem, Upi ed Anci nella vertenza avviata da tempo con il Governo, Autilio evidenzia che “specie nella nostra regione, caratterizzata da tre quarti dei Comuni classificati montani, la questione prioritaria da affrontare è come colmare il differenziale strutturale. Non si può certo sottovalutare che, ad esempio, un'azienda zootecnica di montagna ha un reddito netto inferiore del 25-30 per cento rispetto ad una di pianura, il costo della manutenzione ordinaria della rete stradale di montagna è almeno di tre volte superiore rispetto ad un km di strada di pianura e la sanita' di montagna costa il 25-30 per cento in più rispetto alla media pro-capite di una regione virtuosa. Per questa ragione, insieme alla preoccupazione per il grave disagio che stanno vivendo i dipendenti delle Comunità montane, da mesi senza stipendio, nutriamo la stessa preoccupazione per lo stato dei servizi essenziali sul territorio, tra cui scuole e trasporto pubblico. Di qui la necessità di individuare un unico livello sovracomunale obbligatorio per i piccoli Comuni, che secondo la legge regionale n. 11 del 2008 sono le Comunità locali, quali strumenti istituzionali necessari alla ridefinizione dei meccanismi di trasferimento per uscire dalla logica del centralismo avviando, invece, il percorso della compartecipazione del territorio alle risorse, specie statali sempre più ridotte dagli tagli del Governo nazionale”.
Secondo il vice presidente del Consiglio regionale, il nuovo forte impulso alle riforme istituzionali “è anche dettato dall’introduzione con il decreto del Governo di nuove regole sul fronte della fiscalità di Comuni, Province e Regioni (con la costituzione, dal 2014, di un fondo di solidarietà finanziato dall’Iva) e sui cosiddetti costi standard per la sanità al posto della spesa storica. Questo significa che se non rivediamo l’articolazione degli enti sul territorio, tanti piccoli comuni sono destinati a chiudere perché non ce la faranno a reggere tutti gli anni previsti per l'applicazione del federalismo fiscale”.