Ex Fenice, Rosa: grave pericolo ambientale e disinformazione

Il consigliere regionale di Lb-Fdi: “Monitoraggio falde a valle di ex Fenice: gli Enti sapevano? Perché i dati non sono stati resi pubblici? Pittella risponda”. Presentata una interrogazione

&ldquo;Le vicende connesse al monitoraggio ambientale dell&rsquo;area ospitante il termovalorizzatore &lsquo;Fenice&rsquo; di Melfi, gestito dalla &lsquo;Rendina Ambiente&rsquo;, non smettono di far discutere e di destare preoccupazioni&rdquo;. Cos&igrave; il capogruppo di Laboratorio Basilicata &ndash; Fratelli d&rsquo;Italia, Gianni Rosa, che aggiunge: &ldquo;abbiamo presentato un&rsquo;interrogazione al Presidente della Giunta regionale in cui chiediamo le ragioni per cui non sono stati pubblicati tempestivamente i valori del monitoraggio, se e quando i predetti dati sono stati comunicati dall&rsquo;Arpab alla Regione Basilicata, qual &egrave; lo stato attuale di inquinamento della falda e, in caso di persistenza degli sforamenti dei limiti di legge, cosa si intende fare per porvi rimedio&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ad una serie di problemi e situazioni allarmanti che si trascinano da anni &ndash; dice Rosa – dobbiamo denunciare, ancora una volta, la noncuranza della Regione Basilicata, che, dopo aver autorizzato e finanziato con pi&ugrave; di 130.000 euro il monitoraggio delle acque di falda e dei terreni a valle idrogeologica dell&rsquo;inceneritore, non si &egrave; pi&ugrave; occupata dei risultati delle analisi. Analisi eseguite da Arpab ad ottobre 2015 ed i cui risultati sono stati pubblicati solo in questi giorni dopo una serie di solleciti e denunce. Infatti, lo ricordiamo, nel 2013, diverse vicissitudini, anche giudiziarie, avevano portato il Comune di Melfi, di concerto con gli uffici regionali, ad avviare un progetto di monitoraggio delle acque di falda idrica sotterranea e la caratterizzazione dei terreni localizzati a valle di Rendina Ambiente, nell&rsquo;area di propriet&agrave; della Sata. L&rsquo;obiettivo era quello di verificare lo stato di inquinamento a valle e fuori dal perimetro dell&rsquo;inceneritore. Obiettivo importante e strategico, considerata la vicina confluenza della falda col Fiume Ofanto&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La Regione Basilicata &ndash; ricorda Rosa – con delibera di Giunta n. 681 del 2013, approvava e ammetteva a finanziamento il progetto per l&rsquo;importo di&nbsp; 130.610,00 euro a valere sul capitolo n. 27010 &lsquo;Spese per interventi sul ciclo dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati ad Amministazioni Locali&rsquo;. Dopo quelle analisi, eseguite ad Ottobre 2015, non si &egrave; avuto pi&ugrave; nessun riscontro, fino ai giorni scorsi. I risultati del monitoraggio hanno evidenziato come la falda acquifera sia stata fortemente inquinata, nell&rsquo;anno 2015, da metalli pesanti e sostanze cancerogene, presenti in concentrazioni anche di cinque volte superiori ai massimi di legge. Una realt&agrave; allarmante che, non solo non viene resa pubblica, ma non viene nemmeno affrontata nel modo adeguato. Pare, infatti, che gi&agrave; a febbraio 2016 l&rsquo;Arpab avrebbe comunicato i dati agli Enti preposti: Comune di Melfi, Regione Basilicata, Provincia e Asp. Quali provvedimenti &ndash; chiede Rosa – hanno preso in un anno? Siamo di fronte all&rsquo;ennesima &lsquo;disattenzione&rsquo;? Un ritardo ingiustificabile se consideriamo che il monitoraggio &egrave; stato finanziato dalla Regione Basilicata con risorse pubbliche, aggravato dal fatto che i dati pubblicati sono ormai datati e occorre gi&agrave; interrogarsi se, nel frattempo, la stato di inquinamento della falda sia peggiorato&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Dobbiamo denunciare, per l&rsquo;ennesima volta, la mancanza di trasparenza e tempestivit&agrave;, da parte del Governo regionale che, in vicende di questo tipo, dovrebbe farsi garante della salvaguardia della salute pubblica. Attendiamo una tempestiva risposta &ndash; conclude Rosa – soprattutto a nome di chi vive in quelle aree e usa l&rsquo;acqua di quella falda idrica&rdquo;.<br />

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