“Per doveroso rispetto dell’attività della magistratura contabile, avevo deciso di non commentare le notizie relative all’azione dalla Corte dei Conti sulla questione delle “doppie indennità”, prima dell’esito della procedura in corso. Essendomi stato chiesto un commento, e visto che gli altri colleghi senatori hanno espresso in queste ore la loro opinione, ritengo giusto venire meno al riserbo che mi ero imposta”. Lo ha dichiarato la senatrice Maria Antezza (Pd), ricostruendo la vicenda.
“Sono stata proclamata senatrice il 29 aprile 2008 ed ho esercitato l’opzione per il Senato il 9 maggio 2008, cioè entro i dieci giorni previsti dalla legge e non dopo alcuni mesi. Nella stessa data – ha continuato la senatrice – ho delegato le funzioni di presidente del Consiglio regionale e da quel momento non ho convocato né partecipato ad alcuna riunione dell’Ufficio di Presidenza che, preciso, non aveva nessuna competenza in merito all’erogazione delle indennità di carica. Immediatamente è stata convocata la Giunta delle elezioni per prendere atto delle opzioni dei quattro neosenatori e per individuare chi dovesse subentrare in Consiglio regionale; è stato chiesto un parere legale per dirimere in particolare la questione relativa alla sostituzione di un consigliere eletto nel “listino maggioritario”; non appena ricevuto il parere è stato convocato il Consiglio regionale, che il 24 giugno ha preso atto delle dimissioni ed ha proceduto alla surroga dei consiglieri che hanno optato per il Senato. Non ho mai messo in atto insieme ai colleghi – ha aggiunto Maria Antezza – alcuna azione per ricevere l’indennità, che gli uffici del Consiglio regionale hanno erogato nel rispetto delle norme così come è avvenuto, prima e dopo, in tutte le Regioni italiane per i numerosi casi analoghi che si sono verificati. Ritengo di aver agito – ha concluso la senatrice – nel rispetto delle norme, in assoluta buona fede; le valutazioni di ordine morale, etico e politico che guideranno le mie azioni conseguenti saranno, come sempre, orientate ad una forte etica della responsabilità civile e istituzionale, coerente con la trasparenza dei miei comportamenti”.
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