Donne Sel: partecipare a manifestazione del 13 febbraio

“Facciamo appello alle donne della nostra regione invitandole alla manifestazione del 13 febbraio, ognuna di noi portando, come è sempre stato in questi anni e in tutte le manifestazioni organizzate in modo spontaneo, il proprio vissuto, le proprie esperienze, la propria storia politica. Storia politica, che in nessun modo può e deve significare separatezza dagli altri e soprattutto dalle altre.
Fermo restando il diritto di ognuna di noi di esprimere, nel merito, le più diverse opinioni riteniamo politicamente sbagliato tirarsi fuori da una manifestazione di donne, costruita da donne di diversa provenienza e formazione e di cui si sentiva il bisogno da tempo. Pensiamo che l’ azione politica debba essere sempre tesa a costruire convergenze ad allargare alleanze un atteggiamento diverso ci sembra preoccupante e ci fa temere isolamento e rifiuto del confronto”. Lo affermano un gruppo di donne di Sinistra Ecologia Libertà in riferimento alla manifestazione in programma a Potenza il 13 febbraio in Piazza del Sedile.

Spostare l’obiettivo della manifestazione e sostenere che la stessa sia una strumentalizzazione del corpo delle donne, non voler riconoscere che esiste nella società un uso distorto dell’immagine della donna e che gli ultimi avvenimenti, – si legge nella nota sottoscritta da Renata Biscesceglia , Tiziana Brienza , Nunzia Capece, Anna Civitillo, Rosalinda Di Pasca Giovanna Galeone, Antonella Germano, Cinzia Lascaleia, Roberta Laurino, Lella Romagno Giovanna Salvatore , Antonietta Telesca di Sinistra Ecologia e Libertà di Basilicata – oltre a discreditare il nostro paese all’estero, hanno accentuato questo aspetto mettendo in evidenza, qualora ce ne fosse bisogno, una visione sessista della società è negare l’evidenza.
Voler a tutti i costi sostenere che le donne che aderiscono, distinguono fra donne buone e cattive è un errore storico , basta leggere ad esempio la lettera delle suore di Caserta che con le immigrate prostitute ci lavorano veramente e sul campo. Non è mai appartenuto alla cultura femminista e della differenza la volontà di esprimere giudizi morali.
Non si può negare però che ci sono donne che scelgono di vendere, quanto liberamente è tutto da dimostrare , il proprio corpo e donne che del proprio corpo hanno fatto una bandiera per affermare il proprio diritto a decidere e a “gestirlo” .
Ma non ci sembra essere oggi questo il tema in questione, piuttosto ci chiediamo : siamo ancora capaci tutte insieme di indignarci per l’uso che si fa del corpo delle donne ridotto a merce di scambio, oggetto di piacere per il potente di turno? Noi siamo convinte che abbiamo il dovere di indignarci , lo dobbiamo a noi stesse, alle nostre figlie alle ragazze che devono poter sperare in una vita diversa.
Dobbiamo indignarci per le tante donne che ogni giorno lottano per il lavoro o che devono scegliere fra diritti e lavoro precario o che si uccidono di fatica per conciliare il lavoro con le esigenze dei figli, o che fanno assistenza ai vecchi e ai malati sostituendosi ad uno stato sociale che si ritrae sempre di più, alle troppe donne che dimenticano il proprio corpo per la troppa stanchezza.
La violenza sulle donne ha molteplici aspetti: quelli fisici e sappiamo cos’è la violenza in famiglia, quelli psicologici che non è solo lo stolking ma anche la firma delle dimissioni in bianco, ma anche il non avere voce in capitolo, il non costruire per incapacità o cattiva volontà la contrattazione di genere nelle aziende o ostacolare la presenza delle donne nella vita politica o nelle istituzioni.
Lo sappiamo bene e anche per questo saremo in piazza il 13 febbraio e ogni volta che sarà necessario distinguendo luoghi e temi diversi, altrimenti ci ridurremo in una sorta di immobilismo che non ci appartiene. Noi vogliamo esserci sempre e comunque per portare il nostro contributo ed anche la nostra voce critica se necessario, senza ridurci in uno spazio sempre più piccolo e sempre più chiuso per paura di contaminarci”.

BAS 05

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