DISOCCUPAZIONE GIOVANILE, INTERVIENE PEPE (SEGR. GEN. CGIL)

“Da quando l’Istat ha iniziato la sede storica dei rilevamenti, i numeri della disoccupazione giovanile non sono mai stati così drammatici”. Lo dichiara Antonio Pepe, Segr. Gen. CGIL Basilicata.
“I giovani tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro sono il 29,9% del totale, con un aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 4,7%. La cifra – continua Pepe – è anche peggiore di quella registrata ad aprile, assestata al 29,8 per cento dei giovani in cerca di occupazione. Anche i dati dell’occupazione effettiva seguono lo stesso trend negativo, scende la forza lavoro e si torna a vedere in aumento del tasso di inattività, cresciuto di 0,2 punti percentuali rispetto sia al mese precedente sia a maggio 2009. Questa situazione è ancor più preoccupante se collocata all'interno di un quadro generale di incertezza in cui il Governo non sta mettendo in atto nessuna azione di contrasto, anzi, con le misure previste nella manovra di aggiustamento dei conti pubblici tenderà a deprimere ancora di più l'economia del paese, portando sull'orlo del collasso le famiglie italiane e del mezzogiorno in particolare, dove la situazione è esacerbata da un sistema economico-produttivo sfilacciato.
Per avere un quadro più chiaro, il dato deve essere letto in parallelo con la scarsa propensione dei giovani ad intraprendere e terminare la carriera di studi universitaria, con una percentuale di laureati tra i 25 ed i 64 anni che si attesta intorno all'11,6%: la metà del dato medio europeo.
In un contesto di tale incertezza la CGIL esprime tutta la sua preoccupazione, specialmente se chi governa si perde in sterili disquisizioni sull'ottimismo.Non è assolutamente accettabile – afferma Pepe – che un il Ministro Tremonti, piuttosto che puntare sulla coesione sociale e sull'unità del paese per uscire dalla crisi, si scagli contro i presidenti delle Regioni Meridionali accusandoli di inefficienza nell'utilizzo dei fondi FAS, dopo aver saccheggiato proprio quel fondo per far fronte alle spese correnti dello Stato. Siamo all'assurdo, siamo al limite della sopportazione democratica, siamo costretti a vivere in un sistema di continue accuse tra le istituzioni, senza che nessuno ascolti le vere ragioni delle famiglie e dei lavoratori, e senza che alcuno metta in campo politiche concrete di investimento nei settori pubblici e privati che sarebbero l'unica strada possibile per sostenere l'occupazione”.
bas 03

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