Digilio su legge inno Mameli e statuto regionale

“Ben venga la legge regionale per l’Inno di Mameli ma la più grande contraddizione è che la Regione Basilicata, a 40 anni dalla nascita, è tra le poche Regioni italiane che non è riuscita ancora ad adeguare lo Statuto, che al pari dell’Inno nazionale deve diventare un “simbolo” forte per le nostre comunità che hanno necessità di recuperare la fiducia nell’istituzione regionale”. E’ quanto sostiene il senatore Egidio Digilio (Fli) commentando l’iniziativa annunciata dal Presidente De Filippo.
“Il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia pertanto oltre ad essere occasione per rafforzare i legami storici, civili e sociali delle popolazioni del nord, del centro e del sud, rinnovare tra le nuove generazioni il senso di appartenenza al Paese e i valori della Patria – dice Digilio – è un’occasione per mettere mano allo Statuto della Regione quale garanzia per i diritti dei cittadini, in primo luogo quello ad essere bene amministrati. Dunque l’idea del Governatore, nel solco della genialità di recente ritrovata, proprio per chi ha una concezione di sacralità dei valori nazionali e di attaccamento all’Inno di Mameli e si batte in Parlamento contro i continui tentativi leghisti di disconoscimento – aggiunge – equivale ad un “invito a nozze”. Solo che vorremmo che la politica si sforzasse di diventare strumento quanto più concreto di risposta ai problemi concreti della gente individuando priorità e azioni “meno spettacolari”. Rispetto alla questione rimbalzata proprio oggi dai giornali dell’ulteriore spopolamento della Basilicata, penso – afferma Digilio – che sia più utile concentrarsi su come affrontare l’emorragia demografica piuttosto che attardarsi sull’Inno nazionale. Ritorna così in primo piano il diritto ad una buona amministrazione che è esattamente l’opposto dell’eccessiva spavalderia di De Filippo nel commentare i dati Istat sul bilancio demografico nella nostra regione. Non si può continuare a fare lo struzzo nascondendo la testa per non vedere che i paesi lucani sono diventati ospizi e le energie vitali vanno via magari cantando l’Inno di Mameli, perché almeno l’orgoglio nazionale non va via”.

BAS 05

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