“Tra il “pasradam dei medici” che è espressione di quel partito che lo stesso segretario regionale (fino a pochi mesi fa) definisce sotto il controllo del “colonello” e quanti rincorrono la Cgil nella protesta estrema contro tutto e contro tutti, dove sono finiti in Basilicata i riformisti?”. E' l'interrogativo del coordinatore regionale vicario del Pdl, sen. Egidio Digilio, per il quale “in regione, nonostante non ci siano elezioni all'orizzonte, si sta inaugurando una stagione politica che rischia di schiacciare ogni possibilità di confronto, facendo prevalere corporativismi, piccole-grandi lobby e, attraverso lotte intestine e senza esclusione di colpi, nei partiti e nel centrosinistra, scatenando la competizione personale nella logica che chi resiste è il più forte e potrà candidarsi a diventare assessore. Non riusciamo più nemmeno a capire – aggiunge l'esponente del Pdl – se i tecnocrati chiamati da De Filippo negli assessorati siano consapevoli della situazione esterna ai propri uffici o se ingenuamente pensano ancora di recitare il ruolo degli assessori autonomi e in piena facoltà di competenze. Eppure una volta il riformismo, più o meno “vero” o “formale” o di “moda”, nel quadro politico regionale riusciva almeno ad attutire la corsa alla diligenza sino a diventare “la cruna dell'ago” da cui passare per diventare classe dirigente. Per questo ci preoccupa non poco quanto sta accadendo e saremmo pure gli ultimi romantici della politica fatta con passione ma noi crediamo sia ancora possibile lanciare idee per una “buona politica” e lo vogliamo fare attraverso GenerazioneItalia come associazione aperta che opera nel Pdl. Per noi – dice Digilio – è un nuovo laboratorio culturale per trovare soluzioni concrete alle reali necessità territoriali, un' occasione vera per chi vuole impegnarsi in prima linea per la nascita di una nuova Italia, un confronto intergenerazionale per aprire la strada al dialogo e formare la nuova classe dirigente. E indichiamo alcuni valori: la politica è dinamismo, evoluzione, vita. La politica è scelta di compagni di strada. La politica, quella vera, quella bella, si trova ovunque. Le questioni in campo non sono beghe di palazzo, e nemmeno giochi di potere. Non si parla di poltrone e d’interessi. Si parla dell’Italia. E degli italiani. Di tutti noi. La nuova politica parla alla società senza irrigidirsi sulle categorie destra e sinistra. Entra nel merito, nel giusto e nello sbagliato, nell’efficace e nell’inutile. Non parla per “partito preso”, non ha paura di stupire.
Una buona politica si rende conto dell'urgenza di interventi a sostegno delle imprese e delle famiglie, una buona politica rende più incisiva l'azione dell'attuale governo, una politica che non sia solo l'impegno durante la campagna elettorale, ma che sia vissuta giorno per giorno anche attraverso questo strumento formidabile che è la rete. E' un messaggio rivolto all'intera società lucana (qualcuno si chiedeva che fine hanno fatto gli intellettuali) perchè non si può arricciare il naso di fronte ai “pasradam iraniani” e non di fronte a quelli nostrani”.
bas 03