Digilio (Fli) su spesa fondi Por

“La Basilicata descritta oggi nella sessione di verifica del POR 2007-2013 non è quella reale, ma piuttosto è quella che vedono il Governatore De Filippo, il suo staff di tecnocrati che ne traducono fedelmente la “favola della Basilicata del 111%” e gli uomini del centrosinistra. Il punto non è disconoscere che una cinquantina di utenti ogni giorno si servono del ponte attrezzato di Potenza o qualche decina in più attraversano Santa Maria d’Irsi sulla SS 655 Bradanica, quanto piuttosto i risultati in termini di sviluppo, occupazione, erogazione di servizi, perché se una volta il leader della Cisl aveva coniato lo slogan “tanta spesa poca resa” che, evidentemente non usa più accontentandosi del nuovo tavolo di concertazione, lo slogan vecchio ma sempre attuale è che “non è tutto oro quello che luccica”. E’ il parere del sen. Egidio Digilio (Fli) per il quale “nascondere difficoltà, inadeguatezze, casi di spreco di denaro, emergenze sociali per accreditare che la Basilicata è cambiata non è un’operazione utile, piuttosto è la classica operazione “di regime” e di autocompiacimento, sino alla scontata presentazione della “lista della spesa”, con la differenza che la semplice massaia confronta i prezzi e fa i conti e capisce al volo se il fruttivendolo l’ha fregata. Tra i tanti punti deboli – evidenzia il senatore lucano – al primo posto ci sono la disoccupazione e il futuro delle imprese, comprese le 15mila che hanno beneficiato di aiuti. Che significa, infatti, parlare come fa l’Autorità di Gestione, e quindi massimo esponente di controllo della spesa comunitaria di programmi finalizzati all’occupabilità, evitando, con pudore, di parlare di occupazione vera, cioè di posti realizzati per uomini e donne in carne ed ossa? Un successo, secondo la stessa Autorità di Gestione, per quale Basilicata, a parte tecnocrati, funzionari, progettisti, convenzionati e consulenti? E ancora – chiede il sen. Digilio – quale leva strategica per il mercato del lavoro ha rappresentato la spesa per la formazione? E come si spiega la moria di imprese in tutti i settori (agricolo, commerciale, artigianale, di servizi, ecc.) se si è speso tanto per i titolari?. Interrogativi che specie dopo la pace sociale dichiarata tra sindacati e Giunta regionale difficilmente avranno risposte.

Proprio come quelli che ho posto nei giorni scorsi sui ritardi nella spesa dei fondi comunitari da parte della Regione Basilicata che continuano ad essere sottovalutati soprattutto perchè non si prendono sul serio i rischi di restituire all’Unione Europea somme consistenti.
Mi sarei aspettato in proposito qualche idea ed invece è stato lasciato cadere anche il mio semplicissimo invito a convocare un incontro operativo con i parlamentari e alcuni degli europarlamentari del Mezzogiorno per presentarci un piano di impegni spiegando cosa intenda fare il Governatore e quale può essere il nostro aiuto per non correre i rischi.
Ecco perché, dopo l’esperienza del sessennio 2000-2006, la questione centrale e non più rinviabile se non si vuole ripetere nel sessennio 2007-2013 la stessa “storia” è chi garantirà e controllerà che i fondi comunitari saranno spesi in maniera produttiva e che non finiranno per foraggiare le solite clientele parassitarie? Gli interventi a pioggia – conclude Digilio – hanno fallito ed è necessario pertanto voltare pagina attraverso una Cabina di Regia centralizzata perché le Regioni da sole non ce la possono fare a liberarsi di “lacci” e “lacciuoli”.
bas 02

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