Ddl dirigenza, Romaniello: fare comunque i concorsi pubblici

Per il consigliere di Sinistra, Ecologia e Libertà “si tratta di un primo segnale per avviare la riorganizzazione degli uffici della Regione”

“Il disegno di legge della Giunta, approvato ieri in Consiglio, che adegua la normativa regionale alle disposizioni del Decreto legislativo. n. 150 del 2009 sull’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, è un primo chiaro segnale che abbiamo inviato alla nostra comunità regionale sulla volontà di avviare un processo di riorganizzazione dell'Ente, partendo da un obiettivo fondamentale, che è quello di accelerare il processo in cui la Regione deve diventare sempre più ente di programmazione e di controllo e sempre meno ente di gestione”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Sel, in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, che in sede di esame del provvedimento, ha proposto in Commissione “una serie di emendamenti migliorativi specie in riferimento alla percentuale da stabilire di dirigenti e della quota di dirigenti esterni”.

“La questione che richiede un impegno costante e che non si può considerare archiviata con il nuovo provvedimento – sostiene Romaniello – è se pensiamo sia utile mantenere la discrezionalità nella nomina dei dirigenti entro certi limiti o se pensiamo, invece, di fare in modo che la Giunta regionale decida sui dirigenti e decida in piena autonomia. Intanto, penso che abbiamo il dovere di fare i concorsi pubblici; ciò vale per i dirigenti come per le altre figure apicali, deve valere anche per l'accesso dei lavoratori cosiddetti semplici al lavoro pubblico. Se penso a quello che è avvenuto in questi anni per quanto riguarda il precariato alla Regione, capisco – continua il capogruppo Sel – perché quando si discute con i giovani nella nostra regione la domanda che ci fanno è: ‘qual è la procedura che bisogna seguire per diventare un precario della Pubblica amministrazione?’. Questa è la domanda più ricorrente. Poi è evidente che, poichè considero il lavoro un diritto e, siccome ritengo che chi ha lavorato per tre-cinque anni, che ha avuto accesso anche al pubblico attraverso forme precarie, attraverso una selezione, è diverso da chi è arrivato senza alcuna forma di selezione”.
“Ritornando alla questione delle percentuali di dirigenti rispetto al totale dei dipendenti pubblici ed alla percentuale dei dirigenti cosiddetti esterni – afferma Romaniello – reputo che la nostra Regione, all’interno del processo di riorganizzazione degli uffici e dei servizi da portare al termine il più rapidamente possibile, non ha bisogno di avere un numero elevato di dirigenti, sia interni che esterni e che, comunque, vanno affermati i principi di trasparenza, competenza, professionalità. Dobbiamo, pertanto, continuare l’impegno per affermare – ha concluso – il riconoscimento delle competenze e delle capacità anche come elemento di equilibrio fra nomine esterne e nomine interne”.
 

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