Più che gli appelli alla “rottamazione” della classe dirigente e politica che vengono dal Renzi autentico e dal suo “imitatore”di Potenza, ci piace il nuovo appello del Papa a costruire una “nuova generazione" di cattolici politici, con al centro la dottrina sociale della Chiesa”. A sostenerlo è il segretario regionale della Dc della Basilicata Giuseppe Potenza, per il quale “non è solo perchè il termine di rottamazione non deve appartenere al linguaggio politico ma a non convincere è il richiamo generico al cambiamento che tra l'altro non si deve ridurre esclusivamente ad aspetti generazionali. In Basilicata si sta affermando una classe politica di cattolici giovani che però dimostrano di aver smarrito la strada del bene comune. Si prenda ad esempio il nuovo Programma del Reddito di Cittadinanza Solidale: esso – aggiunge il segretario Dc – è sicuramente un atto di politica sociale che purtroppo si ferma alla fase assistenziale che non introduce novità in termini di emersione dei beneficiari dallo stato di bisogno e di disagio sociale. Lo dimostra il bassissimo numero di beneficiari dell'annualità precedente che non hanno rinnovata la domanda per quest'anno e che quindi sono rimasti poveri. Sulla stessa lunghezza d'onda sono i due provvedimenti per i giovani – work experience e Reddito Ponte – che di fatto non aiutano i giovani a rompere il sistema della clientela e raccomandazione introducendo il principio della meritocrazia. Se allora nel Pd lucano, come avviene in quello nazionale, la “rottamazione” diventa un pretesto per autoproclamarsi più bravi cattolici di altri impegnati in politica siamo di fronte all'ennesimo caso di trasformismo senza prospettive. Preferiamo pertanto far tesoro della lezione di Benedetto XVI secondo il quale "è di fondamentale importanza una comprensione profonda della dottrina sociale della Chiesa, in armonia con tutto il suo patrimonio teologico e fortemente radicata nell'affermazione della dignità trascendente dell'uomo, nella difesa della vita umana sin dal suo concepimento fino alla morte naturale e della libertà religiosa". I laici cattolici – siamo convinti – debbono trovare al loro fianco sacerdoti e Vescovi capaci di offrire un'instancabile opera di purificazione delle coscienze, insieme con un indispensabile sostegno e aiuto spirituale alla coerente testimonianza laicale nel sociale. In questo senso, è necessario preparare fedeli laici capaci di dedicarsi al bene comune, specie negli ambiti più complessi come il mondo della politica, ma è urgente anche avere pastori che, con il loro ministero e carisma, sappiano contribuire all'animazione e all'irradiazione, nella società e nelle istituzioni, di una vita buona secondo il Vangelo, nel rispetto della libertà responsabile dei fedeli e del loro proprio ruolo di Pastori, che in questi ambiti hanno una responsabilità mediata. L'auspicio che tanti pastori lucani siano spronati dalle parole del Papa per un impegno sociale e civile di aiuto a formare la nuova classe dirigente di cattolici superando atteggiamenti di subordinazione all'attuale classe dirigente della nostra regione”.
BAS 05