D’Amico (Ugl): più controlli ispettivi per i lavori stagiona

“Aumenta in Italia l’uso del lavoro a chiamata (o lavoro intermittente o job-on-call). Secondo quanto emerge dai dati diffusi dall’Istat e riferito agli anni 2006-2009, nei dodici mesi appena passati le posizioni lavorative a chiamata hanno raggiunto le 111 mila unità in media annua facendo registrare un incremento del 75 per cento circa rispetto al 2007.” E’ quanto afferma il segretario provinciale della Ugl di Matera Luigi D’Amico, il quale dichiara inoltre che il dettaglio per attività economica mostra che nel settore degli alberghi e ristoranti si concentra circa il 60 per cento del totale dei lavoratori intermittenti. La restante quota è occupata prevalentemente nei settori dell’istruzione, sanità, servizi sociali e personali (12 per cento circa) e del commercio (circa il 10 per cento). Le imprese, continua D’Amico, ricorrono al contratto di lavoro intermittente quasi esclusivamente per coprire posizioni lavorative con qualifica operaia, che rappresentano il 90 per cento circa del totale, con un massimo di oltre il 98 per cento nel settore degli alberghi e ristoranti. Il sindacalista nel far riferimento alla durata afferma che le imprese utilizzano contratti a tempo indeterminato in misura leggermente prevalente rispetto a quelli a termine. Infatti nel 2007 il 55 per cento delle posizioni lavorative sono state attivate a tempo indeterminato e la quota aumenta di oltre 10 punti percentuali nel 2008. A livello territoriale, la regione in cui si concentra il maggior numero di contratti a chiamata è il Veneto (intorno al 20 per cento), seguito dalla Lombardia (intorno al 17 per cento), mentre è generalmente basso il ricorso al lavoro a chiamata nel Sud (9%). A questo punto si domanda D’Amico, in che maniera è stata utilizzata la manodopera impiegata negli scorsi mesi nel settore turistico/alberghiero al Sud? Si continua a far ricorso al lavoro nero? Altrimenti non si capisce come mai nonostante vi sia stata al Sud un’attività rilevante nel settore turistico, i rapporti di lavoro e le stesse percentuali di manodopera assunta siano ancora fermi ai livelli di percentuale ante periodo estivo. Occorre quindi, conclude il segretario della Ugl di Matera, che per i prossimi anni si faccia un ricorso maggiore alla vigilanza ed alle ispezioni da parte degli organi preposti, allo scopo di garantire maggiore legalità ed assicurare maggiore dignità ai tanti lavoratori, specie giovani, sottoposti a veri e propri soprusi e/o ricatti di ogni genere pur di assicurarsi un posto di lavoro stagionale precario e mal pagato.
(BAS – 04)

    Condividi l'articolo su: