Il presidente del gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà promotore di una proposta di legge che “ha l'obiettivo di sopperire alle carenze dell'intervento del Governo nazionale”
“In attesa della riforma del settore cultura (materia concorrente fra Stato e Regioni) e di fronte ai tagli del Governo nazionale, in molte Regioni si sta delineando un sistema normativo che considera ‘lo spettacolo dal vivo’ (teatro – musica – danza) un comparto strategico per lo sviluppo dei territori attraverso leggi regioni aggiornate. La politica culturale regionale e, quindi, il Piano delle Attività Educative e Culturali dovrebbe pertanto concentrarsi nel restituire/potenziare in periferia la vita culturale implementando ‘i luoghi’ ove poter aggregare”. E’ quanto afferma il presidente del gruppo Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, individuando “alcune proposte di modifica alla legge regionale n. 22/88 che – sottolinea – “è ampiamente datata e superata”.
Nell’evidenziare la necessità della costruzione di “momenti e luoghi permanenti di confronto, tra i quali l’Osservatorio regionale per l’ elaborazione e verifica con l'associazionismo e le forze sociali e culturali presenti sul territorio”, Romaniello sostiene che “l’occupazione deve essere al centro dell’elaborazione della legge regionale, tenendo distinte le strutture a vocazione professionale dall’associazionismo diffuso”.
Il principio ispiratore della normativa regionale dovrebbe quindi: investire risorse sui mantenimenti occupazionali di quelle strutture storicamente consolidate che abbiano mostrato nel tempo sana gestione, continuità artistica, mantenimento dei livelli occupazionali e che possano disporre di una struttura ricettiva in regola con le autorizzazioni di legge per i luoghi pubblici ecc.; evitare il proliferare del “doppio lavoro” ;non favorire il lavoro “a nero”; richiedere agli organismi beneficiari delle provvidenze regionali il rispetto dell'applicazione del Ccnl dello spettacolo; accertare la non sussistenza di doppie attività lavorative; prevedere regolamenti atti a sostenere criteri per ammortizzatori sociali per i lavoratori dello spettacolo; convenzioni tra le scuole e le Istituzioni culturali pubbliche e private (cinema, teatri, gallerie, musei, sale di concerto, biblioteche, eccetera) mediante “avvisi pubblici”; sostenere l'impiego di nuovi quadri artistici, tecnici ed organizzativi anche mediante la formazione; regolare l’accesso ai contributi costituendo/adeguando i parametri quali/quantitativi (al riguardo basterebbe ispirarsi al Dm 21.12.2007 del Mibac o quello Veltroni); rendere obbligatorio la presentazione dei bilanci annuali per i beneficiari delle provvidenze; prevedere l’obbligarietà del pagamento degli oneri assistenziali e previdenziali per gli organismi che impiegano lavoratori professionisti oltre che l’indicazione del “foglio paga” per la circuitazione; favorire forme di consorzi per le strutture professionali similari; definire la pluriennalità dei piani regionali e conseguentemente la stessa pluriennalità nei finanziamenti sempre previo accertamento annuale delle attività svolte o in itinere degli Organismi beneficiari pena la esclusione da ogni tipologia di finanziamento o contributo. Per la musica e la danza: garantire all’innovazione e alla “musica” non commerciale “luoghi”, “ambiti” e "tempi" per la realizzazione di progetti tesi all'ampliamento dei nuovi linguaggi espressivi e delle nuove tecniche di rappresentazione.
“Inoltre, la nuova normativa regionale – secondo Romaniello – dovrebbe: promuovere e sostenere tutte le forme di associazionismo realmente legate al territorio; favorire il mantenimento, mediante il sostegno finanziario, di luoghi di incontro, partecipazione, produzione, sperimentazione, confronto, formazione e fruizione culturale, destinati soprattutto ai giovani. Quanto al sostegno finanziario della Regione a soggetti interessati dovrà essere ispirato a criteri che: diano sostegno al settore del teatro dell'infanzia e la Gioventù attraverso quadri specialistici e professionali, anche con la fattiva collaborazione delle istituzioni scolastiche e degli Enti Locali; meglio definiscano il ruolo delle Province e dei Comuni, ad esempio: le Province, tenendo conto della programmazione regionale, promuovono e sostengono le attività di spettacolo. In particolare, svolgono funzioni di coordinamento dei progetti provinciali sul territorio, promuovendo, anche il coordinamento dei teatri e dei luoghi dello spettacolo, favorendo la diffusione e l'equilibrata distribuzione territoriale, con particolare riguardo alla sperimentazione, alla formazione del pubblico e ad una efficiente gestione delle risorse, inoltre, in accordo con i Comuni e le autorità scolastiche favoriscono la diffusione e lo sviluppo delle attività di Spettacolo nelle scuole e nelle Università; i Comuni, singoli o associati, sostengono sulla base della programmazione regionale le attività di spettacolo, raccordandole con le politiche di valorizzazione dei beni culturali e di promozione artistica e con le politiche sociali. In particolare, favoriscono, garantendo l'utilizzo delle loro strutture, la fruizione e la diffusione della produzione musicale, teatrale, coreutica; promuovono la diffusione della cultura dello spettacolo nelle scuole e nelle università; incentivano le attività di valorizzazione delle tradizioni teatrali e musicali locali”.
“Sono temi sui quali Sinistra Ecologia Libertà – conclude Romaniello – è interessata ad aprire un ampio confronto nel centro sinistra e con il mondo diffuso degli operatori culturali”.