Per il capogruppo Idv “le compensazioni per i Comuni sedi di impianti nucleari non chiudono definitivamente la partita del risarcimento alle comunità metapontine per gli effetti provocati dalla presenza delle scorie all’interno della Trisaia”
“L’erogazione delle compensazioni per i Comuni sedi di impianti nucleari per il biennio 2008-2009, in attesa dell’annualità 2010, tra i quali Rotondella, Nova Siri, Policoro e Tursi, a cui aggiungere la Provincia di Matera, non chiude definitivamente la ‘partita’ del risarcimento alle comunità del Metapontino per gli effetti provocati dalla presenza delle scorie all’interno della Trisaia. Non si può dimenticare che le misure compensative risalgono al 2003, ed erano contenute nel decreto che non a caso porta il nome di ‘decreto Scanzano’ (Dl 314/03 e convertito dalla legge n.368/03) e poi decurtate del 70 per cento annuo dalle manovre finanziarie 2005 e 2006”. E’ quanto sostiene il presidente del gruppo Idv in Consiglio regionale, Nicola Benedetto.
“I toni entusiastici del sottosegretario Viceconte e dei parlamentari lucani del Pdl – sottolinea benedetto – sono del tutto fuori luogo. Intanto, è lo stesso sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all’energia, Stefano Saglia, a ricordare, con una sua dichiarazione, che il contributo che i cittadini pagano in bolletta (componente A2) serve anche a finanziare le attività di smantellamento delle vecchie centrali nucleari e di sistemazione dei rifiuti radioattivi e non è solo destinata a ricompensare i Comuni sedi di centrali nucleari. Questo significa che lo sforzo finanziario fatto dal Governo avviene con gli stessi soldi dei contribuenti-utenti italiani. D’altronde non saranno certo i 2 milioni di euro ‘liberati’ dopo anni – continua Benedetto – a riparare il grave pregiudizio per le comunità che hanno dovuto subire per decenni un freno a qualsiasi ipotesi di sviluppo del territorio ed alle quali oggi spettano di diritto investimenti capaci di rimettere in moto economia e processi di crescita”.
“Ci auguriamo, inoltre, che i Comuni destinatari del contributo – dice ancora benedetto – si mettano insieme per definire proposte unitarie per un unico progetto di sviluppo territoriale, piuttosto che spezzettare il contributo. E’ questa anche l’occasione per ribadire la necessità di ottenere risposte certe rispetto alla dismissione dei vecchi siti, a partire dall’esigenza di dare priorità al trasferimento dei fusti radioattivi in Trisaia ed alla liberazione delle aree dai vincoli e individuare tutte le iniziative utili alla riqualificazione e rivalutazione dei territori interessati. E’ arrivato il momento delle risposte certe – conclude Benedetto – rilanciando sulla ferma volontà di garantire alla comunità locale il diritto alla salute, alla sicurezza ed allo sviluppo del territorio dopo decenni di servitù”.