“Almeno il 25% degli agricoltori pensionati lucani è impegnato direttamente nella gestione delle aziende agricole della Basilicata. E’ una caratteristica dell’agricoltura lucana che da una parte testimonia il ruolo ancora attivo della terza età nei campi e dall’altra impone un’attenzione maggiore, specie a livello istituzionale, per dare risposte alla domanda di servizi socio-sanitari e civili adeguati nelle aree rurali”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dalla Cia. “Da queste premesse si è sviluppato oggi a Potenza il dibattito della quinta assemblea elettiva regionale dell’Associazione Nazionale Pensionati della Cia che ha scelto come tema centrale “Affermare i diritti, organizzare i servizi, valorizzare la storia dei pensionati in un nuovo Patto tra generazioni per lo sviluppo della Basilicata”. Intanto, i pensionati lucani (complessivamente 230mila) che hanno un reddito più basso vivono nelle aree e nei comuni rurali: in media ogni pensionato lucano riceve un assegno mensile di 632 euro in provincia di Matera e di 550 euro in quella di Potenza. Una quota vicino al 28% dei nuclei familiari della nostra regione è considerata sulla soglia della povertà; il 12,8% delle famiglie nel corso dell’anno non ha avuto soldi per gli acquisti di generi alimentari; il 22,6% non si è potuto permettere spese mediche. Dunque per l’Anp-Cia al primo posto – ha ricordato il presidente regionale dell’Associazione Giovanni Bulfaro – sono le problematiche relative al potere di acquisto e alle condizioni di vita e, soprattutto, di assistenza socio-sanitaria, dei nostri pensionati sono più gravi nelle campagne. L’Assemblea congressuale, pertanto, ha impegnato la Associazione a proseguire le seguenti iniziative:
1) per una modifica dell’attuale normativa pensionistica;
2) per valorizzare l’anzianità lavorativa;
3) per rivalutare le pensioni entro il doppio del trattamento minimo;
4) per aumentare le pensioni di reversibilità;
5) per consentire alle donne e ai giovani iscritti alla gestione dei Coltivatori Diretti nel periodo dal 1957 al 1974 di percepire una pensione uguale a quella degli altri iscritti alla gestione;
6) per consentire legalmente la collaborazione occasionale dei pensionati agricoltori all’attività aziendale.
Quanto alla tutela della salute dei pensionati agricoli, la Cia – ha sottolineato Vito Pace responsabile Sicurezza Sociale della Cia – denuncia il metodo verticistico prescelto per definire i POIS senza coinvolgere le rappresentanze sindacali di categoria.
Nel corso di questi anni, nelle aree rurali – ha affermato il presidente regionale della Cia Donato Distefano – si è assistito ad una graduale ma costante riduzione della generalità dei servizi essenziali per ogni comunità. In questo contesto proponiamo una conferenza regionale sui servizi nelle aree rurali”.
(bas – 04)