CIA: CARO-CARBURANTE METTE IN GINOCCHIO AGRICOLTURA

Il caro-carburante che mette in difficoltà anche l'agricoltura è ancora più difficile da sopportare per agricoltori e titolari di aziende zootecniche della Basilicata, vale a dire della regione che è produttrice di idrocarburi. E' quanto sottolinea in un comunicato la Cia-(Confederazione italiana agricoltori) della Basilicata evidenziando che i nuovi rincari di benzina e gasolio si stanno traducendo in ulteriori ostacoli per gli imprenditori agricoli, che sono già alle prese con un crollo verticale dei redditi e una caduta libera dei prezzi sui campi. Da settembre a dicembre scorso la “voce” carburanti agricoli è cresciuta tra il 5 e il 6 per cento.
La Cia rinnova dunque la richiesta di estendere da subito a tutte le attività agricole e zootecniche l'”accisa zero” per il gasolio, comprese, quindi, le colture sotto serra, che l'Ue vuole cancellare e sulla quale serve un chiarimento da parte delle nostre istituzioni preposte. Ad esso si deve necessariamente aggiungere la riduzione al 4 per cento dell'aliquota Iva sui carburanti utilizzati nelle attività a tutto il 2010. Tutto ciò – evidenzia la Cia – mentre la pdl in Parlamento per l'introduzione di tariffe agevolate in Basilicata che in più occasioni viene propagandata come di imminente applicazione tarda invece a diventare realtà.
Le imprese agricole che più hanno risentito dell'aumento del carburante sono – sottolinea la Cia – quelle serricole che fanno uso del gasolio per riscaldare gli ambienti dove si coltivano, in particolare, ortaggi, fiori e piante. Ma anche nella zootecnia i consumi di carburante hanno fatto sentire i loro effetti, soprattutto per quello che concerne il riscaldamento delle stalle e gli impianti di mungitura. Stesso discorso per le macchine agricole, il cui utilizzo ha fatto crescere gli oneri per le aziende nella voce energetica.
Anche i produttori agricoli, al pari dei consumatori, continuano così -rileva la Cia- a subire le negative conseguenze dei rincari registrati nel campo energetico. Aumenti che si sono contrapposti alla costante diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli praticati sui campi che nel 2009 dovrebbero segnare una discesa superiore al 10 per cento, con punte del 20-25 per cento per il grano duro, del 16 per cento per la frutta e del 15 per cento per i vini.

BAS 05

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