“Il sindacato ha sempre considerato il turismo uno dei settori da valorizzare per il rilancio dell’economia provinciale. Lo sviluppo di un sistema turistico innovativo ed originale, adatto alla realtà territoriale e non mutuato da altri contesti, poteva e può rappresentare una risposta in termini occupazionali per i tanti giovani e meno giovani in cerca di lavoro”. E’ quanto sostengono i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil di Matera, Manuela Taratufolo, Giuseppe Amatulli e Franco Coppola. “Insieme all'agricoltura – spiegano gli esponenti sindacali confederali – il turismo può essere il mezzo e lo strumento per combattere la crisi ed, al contempo, un’occasione per riscattare tante donne e giovani, spesso senza lavoro o con un lavoro fatto di poche giornate in agricoltura, con poche garanzie e a volte in condizioni non proprio ottimali. Anni fa, la costruzione, sulla costa metapontina, di alcune “mega” strutture turistiche segnò una grande rivoluzione rispetto alle politiche di settore sperimentate fino a quel momento che avevano privilegiato l’insediamento di piccole strutture ricettive a conduzione familiare. Si scelse di imitare il “modello romagnolo” degli anni ’80, scegliendo di non considerare che nel frattempo proprio quel modello iniziava a non essere più attraente. A distanza di pochi anni, amaramente, si constata, che quelle strutture ricettive non hanno dato alcun valore aggiunto al territorio, ma solo problemi. Chi ha lavorato in quei villaggi – lamentano Taratufolo, Amatulli e Coppola – non ha migliorato la sua condizione precaria di partenza. Forza lavoro prevalentemente femminile, sottratta all'agricoltura per essere impegnata in mansioni di “fatica”: cameriere ai piani, addette in cucina e alle lavanderie. Donne che in maniera egregia hanno lavorato per 8 – 10 ore consecutive per assicurare un servizio ottimale, con grande responsabilità e senso del dovere, anche quando la proprietà dei villaggi non pagava gli stipendi, non assicurava il salario per loro necessario. Donne e uomini che sono stati nel villaggio, occupandolo insieme al sindacato, per dieci giorni per scongiurare la chiusura degli stessi ed invocare il pagamento delle mensilità arretrate. Tutta gente monoreddito che si è battuta con dignità per difendere quel nuovo lavoro stagionale fatto di cinque mesi di lavoro e sette di disoccupazione e che oggi riceve l'ennesimo schiaffo alla sua dignità di lavoratore stagionale e precario. Anche questa è la storia di Torre del Faro e Portogreco: fino alla scorsa stagione, si andava “a caccia” di chi doveva gestire la struttura e poi “a caccia” di chi doveva pagare i tfr. Quest’anno c’è una novità: il nuovo gestore sceglie di esternalizzare il servizio di pulizia delle stanze, di operare una consistente riduzione del numero dei lavoratori impiegati e delle ore di lavoro.
In sostanza, i contratti da 40 ore settimanali dovrebbero passare a 24. Un vero scempio, un'ennesima beffa per questi lavoratori che da anni si barcamenano tra giornate di bracciantato a raccogliere frutta e contratti a termine nel villaggi. Il sindacato confederale non resterà a guardare. Mercoledì 12 maggio, alle ore 17,00 è convocata, davanti ai cancelli dei villaggi di Portogreco e Torre del Faro a Scanzano, un'assemblea di Cgil, Cisl e Uil coi lavoratori per decidere insieme, quali azioni intraprendere a difesa dei posti di lavoro e per il mantenimento del salario. Il sindacato – concludono i tre leader confederali del materano – non si sottrarrà dall'assicurare unitariamente, tutela ai lavoratori interessati, non sottraendosi ad un confronto con l'azienda per fare ad essa comprendere le ragioni delle posizioni sindacali e dei lavoratori”.
BAS 05