Cciaa Potenza: la conciliazione diventa obbligo

La lentezza della giustizia civile è una criticità nota a tutti. L’alternativa esiste e si chiama “conciliazione”, un procedimento attraverso il quale le parti in lite decidono di rivolgersi a un terzo imparziale – appunto, il conciliatore – perché le aiuti a comporre la controversia in maniera rapida ed economica.

L’istituto di giustizia alternativa, fino ad oggi facoltativo, diventerà obbligatorio da marzo 2011, come stabilito dal Decreto legislativo 28 del 2010, per 13 materie che vanno dalle questioni di condominio ai problemi legati alla divisione, alle successioni ereditarie, ai patti di famiglia, alla locazione, alla RC auto, alla responsabilità medica, alla diffamazione a mezzo stampa, ai contratti assicurativi, bancari e finanziari ai diritti reali. In tutte queste situazioni di contrasto, un mediatore esperto aiuterà le parti nella ricerca di un accordo, offrendo assistenza neutrale, in un clima di assoluta riservatezza. Se il procedimento avrà esito positivo, l'accordo raggiunto costituirà titolo esecutivo. In caso di fallimento dell'iniziativa, dopo un'ultima proposta del mediatore sottoposta alla libera accettazione delle parti, ci si dovrà rivolgere al tribunale.

“L'auspicio è che molte controversie si risolvano in questo modo alleggerendo, di conseguenza, l'afflusso alle procedure tradizionali – spiega il presidente della Cciaa di Potenza, Pasquale Lamorte, in occasione della VII settimana nazionale della conciliazione che si sta celebrando in tutta Italia -. Negli ultimi anni siamo stati in prima linea nell’aprire un’interlocuzione con soggetti istituzionali, associativi, economici ed appartenenti al mondo delle professioni, al fine di diffondere informazioni sulle potenzialità della giustizia alternativa, stabilendo accordi e collaborazioni in nome dell'integrazione e della complementarietà. Oggi l’obbligatorietà della norma accelera la necessità di far comprendere la semplicità della procedura e gli innumerevoli vantaggi che fanno della Conciliazione una scelta felice. Senza considerare che si apre una concreta opportunità di lavoro per i professionisti che negli anni scorsi hanno seguito i nostri corsi di formazione per conciliatori”.
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