“Come al solito, quando si avviano dei dibattiti e delle inchieste si parte, nella stragrande maggioranza dei casi, con il piede sbagliato. Sulla manovra del Governo, peraltro ancora in discussione, e della quale si preannunciano cambiamenti, grazie alla mobilitazione delle opposizioni e dei movimenti, si prendono in considerazione parti marginali, che distolgono l’attenzione dei lettori e dei cittadini ed inoltre non si spiegano bene i fatti”. Lo afferma in una nota il segretario provinciale di Potenza dei Comunisti Italiani Francesco Castelgrande –
“In particolare – prosegue – mi voglio riferire alla questione della cosiddetta “casta”. Per intanto si parla di tagli alla politica, ma i tagli si fanno ai cittadini. Su questa questione si mena il can per l’aia: basterebbe ridurre da subito molti privilegi (compresa l’indennità che andrebbe rapportata e confrontata con la retribuzione media dei lavoratori), senza rinviare a data da destinarsi tali provvedimenti. A leggere bene, però, a riguardo vi è tutta l’intenzione di dare una bella botta alla democrazia e alla rappresentanza. E questo mi sembra argomento più serio. Con tutte le sforbiciate che si vogliono fare si pensa di ridurre l’esercizio della rappresentanza, forse per agire meglio e indisturbati nei confronti del ceto medio e dei meno abbienti. Già con questo becero sistema del “porcellum” è difficile esercitare il compito della rappresentanza da parte degli elettori, ma ora si cerca di eliminarla del tutto. Ci sfugge che con gli attuali sistemi elettorali e con la storia del premio di maggioranza (soprattutto nei comuni e nelle province) governano minoranze rispetto al resto degli elettori e vengono cancellate forze, che pure rappresentano milioni di voti. La nostra democrazia è a forte rischio, e come al solito quando ci sono problemi si getta il bambino e l’acqua sporca. Con la storia della riduzione delle rappresentanze, si vuole mettere tutto il potere nelle mani di pochi e dei poteri forti, dimenticando quali disastri sta facendo questo capitalismo globale, che ci ha portato ad una crisi il cui futuro è incerto e dai contorni nebulosi. La crisi finanziaria è un evento prevedibile e poco o niente fanno i mezzi di comunicazione per spiegare bene che cosa sia successo e cosa succede. Si usano termini tecnici e poco comprensibili per i semplici cittadini (che non devono capire). Un dato è certo: la crisi la pagano i poveri. L’Unione Europea e il Fondo monetario Internazionale pensano bene che il debito creato dagli speculatori e dai banchieri debba essere pagato dai cittadini. Gli economisti (che alla pari della “casta” guadagnano cifre da capogiro) sono tenuti a spiegarci che cosa sta succedendo e a spiegare la crisi. Perché non si prende esempio dall’Islanda dove il 93% dei cittadini ha detto no al pagamento del debito e di contro sono stati emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell’esecutivo?. Pertanto stiamo attenti ad intervenire sui privilegi e sulle disparità, ma attenti a non ridurre la già precaria democrazia nel nostro Paese. I diritti acquisti o si toccano per tutti o non si discute. Diciamo no alla riduzione della rappresentanza, ma interveniamo per dare compensi equi e ragionevoli, visto che la questione etica e morale rappresenta ancora un’emergenza per il nostro Paese. Basta leggere gli ultimi dati della Corte dei Conti riguardo ai costi che subiamo noi cittadini per finanziare la mafia e le associazioni ad essa affiliate ed ai reati contro la Pubblica Amministrazione, nonostante le laute indennità e gli innumerevoli privilegi dei nostri rappresentati politici”.
BAS 05