Uno scenario ancora più fosco: è la sensazione che si prova il giorno dopo l'autopsia sul cadavere mummificato e scheletrizzato di Elisa Claps (trovato mercoledì scorso, a 17 anni dalla scomparsa), che potrebbe aver pagato con la vita la reazione ad un tentativo di violenza sessuale, e prima dei nuovi controlli che la Polizia farà sabato nel sottotetto della canonica della Santissima Trinità, a Potenza, dove i resti umani della ragazza sono stati scoperti. Fonti investigative hanno definito “verosimile” lo scenario legato all'abuso o alla violenza sessuale: il sospetto che l'omicidio sia avvenuto come conseguenza di un rifiuto non è nuovo, al punto che Danilo Restivo è indagato dalla Procura della Repubblica di Salerno per violenza sessuale, omicidio e occultamento di cadavere. Ma vi sono elementi che lo sostengono, anche se da soli non sono sufficienti: il fatto che i pantaloni che la ragazza indossava quel 12 settembre 1993 siano stati trovati aperti e il reggiseno slacciato potrebbe anche essere legato al tempo passato. E' per questo che i risultati dell'autopsia saranno decisivi: in primo luogo per stabilire definitivamente che si tratta di Elisa Claps; poi per acquisire prove a carico del suo assassino ed eventualmente per chiarire se il cadavere sia stato spostato o sia rimasto per 17 anni in quel sottotetto, nella posizione in cui è stato trovato mercoledì mattina. Domande, quelle relative alla ricerca dell'assassino, per rispondere alle quali gli investigatori non aspetteranno solo le conclusioni del medico legale che ieri ha eseguito l'autopsia, a Bari. Sabato prossimo gli esperti della Polizia scientifica torneranno nel sottotetto della canonica: saranno eseguiti nuovi rilievi e altro materiale sarà prelevato per essere esaminato. Non si tratta di una novità: la chiesa della Trinità è chiusa e presidiata dalla Polizia dal giorno dopo il ritrovamento del cadavere. L'aula liturgica rimase aperta alcune ore giovedì mattina, ma poi venne chiusa al pubblico e sarà riaperta solo quando la Polizia scientifica avrà finito di scattare foto, fare riprese, misurare, prelevare materiale. Non si vuole trascurare nulla: dopo 17 anni, un particolare decisivo può anche venire da un indizio all'apparenza insignificante. Intanto, la facciata della chiesa che dà su via Pretoria, la strada più frequentata dai potentini, è meta di un pellegrinaggio ininterrotto: a terra vi sono striscioni, mazzi di fiori, un orsacchiotto. Sul muro, messaggi per Elisa, condanne per l'assassino, frasi critiche sulle indagini: nel complesso, la descrizione dello stato d'animo di una città che ancora non si è ripresa da uno shock che non ha mai provato. (ANSA).