Cantisani (Idv): perdiamo 400mila euro a laureato che non torna

"In Basilicata, chi laurea un figlio, che potrebbe decidere per disperazione di rimanere fuori, (questa è la tendenza), deve sapere che genera una perdita economica ( individuale e collettiva) di circa 400mila euro". Lo aggerma gaetano Cantisani, dirigente regionale dell'Idv.
"Questo calcolo – spiega –  comprende: Il costo sostenuto dalla famiglia fino alla laurea, il mancato guadagno nei periodi pre e post laurea, la migrazione verso aree attrattive dove produrrà ricchezza ed un reddito che spenderà in quel contesto. Ciò equivarrà ad una perdita per la Basilicata ed un arricchimento per la nuova area di appartenenza. A questo, si aggiunga lo svolgimento di un lavoro in loco che produrrà ricchezza per il nuovo contesto. Senza trascurare l’eventuale creazione di un nuovo nucleo familiare che produrrà una nuova ricchezza per l’area (che non ha speso in infrastrutture formative), nuova occupazione per gli addetti alla formazione dei figli che arriveranno e nuove tasse che saranno incamerate dall’erario locale. Se il calcolo della nonna porta a ragionare che una mancata ricchezza è per la Basilicata una doppia perdita, la nostra Regione perde due volte: con un mancato guadagno erariale per ogni lavoratore-cittadino che emigra, (studente, laureato, famiglia che sia). In più, con la emorragia intellettuale, si impoverisce la povera Basilicata. Questi nuovi pionieri andranno ad arricchire il già opulento e centrifugo Nord".
"Nel commentare i dati Svimez – ha aggiunto Cantisani – il governatore De Filippo ha doverosamente richiamato i 3500 laureati che la Basilicata produce, con un tasso di scolarizzazione superiore ad altre realtà, per i quali “…la Basilicata non riesce a produrre un pari numero di opportunità di lavoro per questi profili”. Se poi si tiene conto che il 70% dei giovani che decidono di andare a studiare fuori regione, non fa ritorno in Basilicata, vorrei chiedere al presidente De Filippo, ma alla Giunta ed al Consiglio intero, cosa si aspetta a riconvertire la vocazione formativa dell’Università lucana al Territorio, mettendo in campo tutti quegli espedienti di Marketing Territoriale finalizzati alle esigenze di “enpowerment territoriale”. 

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