Per tutelare lavoratori dipendenti e pensionati dal rischio di un probabile aumento della pressione fiscale locale, in vista dell’approvazione del decreto attuativo del fisco municipale, la UIL ha promosso la campagna “meno costi della politica=meno tasse”.
“Attraverso lettere ai 131 Sindaci della Regione – spiega il segretario generale regionale della UIL Carmine Vaccaro – chiederemo di evitare aumenti della pressione fiscale per i cittadini e di privilegiare, invece, provvedimenti volti alla riduzione dei costi della politica, ad iniziare da quelli per il funzionamento di Giunte e Consigli. Ai Comuni basterebbe infatti diminuire del 20% le uscite per le spese istituzionali per recuperare notevoli risorse, evitando così possibili maggiorazioni dell’Irpef locale”.
Le spese di funzionamento di Giunte e Consigli della Regione Basilicata, delle due Province e dei due Comuni capoluogo,secondo un’indagine 2010 del Servizio Politiche territoriali della Uil – prosegue Vaccaro – ammontano complessivamente a oltre 32,2 milioni di euro a cui aggiungere le spese per incarichi e consulenze conferiti dalla Pubblica Amministrazione in Basilicata per altri 11,5 milioni di euro. Quanto agli incarichi e consulenze in P.A. della Basilicata, sono 2.530 per un impegno di spesa di 24,8 milioni di euro di cui effettivamente speso meno della metà, 11,5 milioni di euro.
Abbattere del 20% tali costi – è la conclusione cui perviene lo studio confederale della Uil – non significa attentare alla democrazia, ma può rappresentare una risposta vera e concreta al tema del reperimento delle risorse, oltre 3,5 miliardi di euro complessivi nel Paese, da destinare, soprattutto, all’abbattimento del carico fiscale a favore dei redditi da lavoro dipendente e pensione.
Occorre rivedere radicalmente il funzionamento di questi enti istituzionali, ridurre il numero di componenti degli organi elettivi, snellire gli apparati burocratici, rivederne le funzioni, anche e soprattutto, per evitare la duplicazione dei ruoli.
Bisogna rivedere, ad esempio, il numero degli assessorati, molto spesso pletorici, di Regioni, Province e Comuni non in base alla dimensione demografica, che nella realtà non esiste neppure oggi, ma in base alle reali funzioni dell’Ente.
Ciò – si legge nella nota della Uil – non significa soltanto risparmiare lo stipendio dell’Assessore, ma ottimizzare le risorse con effetti ben più consistenti in termini di efficienza.
Significa, per fare un esempio, meno costi per le segreterie personali degli assessori, meno consulenti, meno incarichi, meno “auto blu” in circolazione. Diminuire i consigli di amministrazione delle controllate pubbliche, abbatterne i compensi, chiudere le Società inutili, significa non drenare risorse pubbliche.
Sono queste le scelte che avvicinano i cittadini alla politica e all’amministrazione del “bene comune”. Di questo la politica dovrebbe occuparsi quando pone il tema del contenimento della spesa pubblica. E’ un’operazione che “si può” e “si deve” fare perché ridurre i costi della politica non sia un semplice slogan.
“Specie nell’attuale fase di gravissima tensione sociale a causa della sensibile riduzione per il Programma 2011 di Cittadinanza Solidale – commenta Vaccaro – avremmo preferito, in un certo senso che invece di raddrizzare l’albero si fosse proceduto ad impiantarne uno nuovo partendo dal “tronco”, perché se la base è solida anche i rami diventano , a loro volta, solidi e armonici. Perché non è indifferente come si modulano le imposte nazionali con il funzionamento della finanza locale. Questo processo riformatore deve contribuire a garantire più trasparenza e una migliore responsabilizzazione nella gestione della spesa pubblica a livello centrale e periferico, rafforzando gli attuali sistemi di controllo “in itinere”, che sono attualmente insufficienti, in quanto il controllato nomina i controllori. Una occasione per armonizzare ed omogeneizzare la compilazione dei Bilanci di tutte le istituzioni secondo un schema omogeneo, soprattutto per le Regioni.
Sarebbe auspicabile – conclude Vaccaro – che su tutti questi temi si apra nel Paese un processo di confronto e consultazione, che ad oggi è mancato, con tutte le forze sociali ed imprenditoriali, perché il fisco federale è una riforma che tocca da vicino la vita vera dei cittadini”.
BAS 05