I problemi che stanno affrontando i produttori di pomodoro in seguito al parziale o mancato ritiro del prodotto da parte delle industrie campane e pugliesi sono sempre gravi e occorre la massima tempestivita' d'intervento da parte del Ministero alle Politiche Agricole e una stretta sinergia tra le Regioni Basilicata, Campania, Molise e Puglia. Tanto piu' che si sta registrando una stagnazione dei mercati, compresi quelli dei derivati, ed a un progressivo crollo dei prezzi alla produzione, scesi ormai, in media, a 45/50 euro/tonnellata per la polpa e a 60 euro/tonnellata per il pelato. E' quanto sostiene, in un comunicato stampa, la Cia-Confederazione italiana agricoltori sottolineando che ai risultati positivi del tavolo tecnico di ieri in Regione devono far seguito azioni che coinvolgono il Governo e le industrie conserviere campane e pugliesi per portare a termine nel migliore dei modi l'attuale campagna del pomodoro da industria. Di qui le attese per il vertice romano di lunedì prossimo che deve prevedere azioni concrete come è accaduto al tavolo regionale.
“Le industrie meridionali – dichiara Paolo Carbone dell’Ufficio di Presidenza della Cia lucana – stanno lavorando a ritmi ridotti e si permettono di eccepire sulla qualita' del prodotto per abbassare ulteriormente i prezzi o non ritirare integralmente il pomodoro che resta nei campi diventando stra-maturo. Al contrario –aggiunge- in questa campagna il prodotto e' ottimo e deve essere assolutamente trasformato. La Cia chiede al Ministro Galan e ai dirigenti di Anicav il massimo impegno affinche' le industrie rispettino i contratti sottoscritti, come si è impegnata a fare Eugea Mediterranea (Gruppo Doria) e, inoltre, continuino a tenere aperti i ritiri di prodotto almeno fino al 20/22 di settembre allungando i tempi dell'attivita' di trasformazione. E' fondamentale –continua Carbone- inoltre, che in questa situazione di emergenza, vengano adottate misure straordinarie a sostegno dei redditi dei produttori e, in primis, non vengano applicate le penalizzazioni previste dal decreto ministeriale, qualora il produttore non riesca a raggiungere la resa minima regionale, dato che la mancata consegna del prodotto non dipende dalla volonta' di quest'ultimo.
La Cia ritiene "urgente" attuare una azione di filiera che contrasti l'utilizzo fraudolento del sistema chiamato 'traffico di perfezionamento attivo', ovvero l'importazione di pomodoro da lavorare per conto terzi ai fini di una successiva commercializzazione e al tempo stesso un’azione di valorizzazione del prodotto meridionale di qualità. Altra “faccia della medaglia” è quella della lavorazione e trasformazione in loco dei prodotti agricoli lucani (non solo pomodoro) accrescendo il sistema industriale locale che deve intensificare la lavorazione del prodotto della nostra regione e realizzando nel Metapontino il Progetto di Piattaforma Logistica.
(bas – 04)