La Confesercenti, ed in particolare l’Associazione Italiana Emettitori Buoni Pasto (Aieb), scendono in campo per tutelare gli esercenti del settore ristorazione-alimentare e, contestualmente, i consumatori. L'uso del buono pasto che anche in Basilicata registra un consistente giro d’affari – si legge in una nota – ha da tempo profondamente tradito il suo principio ispiratore, trasformandolo da titolo di credito mirato a consumare il pasto nell'intervallo di lavoro, a semplice buono spesa utile per comperare di tutto, con evidenti irregolarita' anche di natura amministrativa-fiscale. Il problema centrale, per gli esercenti, sta nel sistema di aggiudicazione delle gare di appalto dei servizi sostitutivi mensa che trasferisce sulla filiera dei pubblici esercizi tutti gli svantaggi per aggiudicazioni effettuate a valori molto inferiori rispetto al nominale.
Il valore dei buoni-pasto oscilla dai quattro ai dieci euro in media e pertanto è difficile pagarsi con questa cifra un pasto. E quindi il buono-pasto e il suo utilizzo sono progressivamente slittati in altra direzione: ci si fa la spesa al supermercato.
Bas 03