La presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità, Antonietta Botta, interviene in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
“Il 25 novembre – esordisce la presidente della Crpo – si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite per ricordare che la violenza contro le donne di tutte le etnie ed età, in qualsiasi parte del mondo è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse”.
“Questa data ricorda Botta – è stata scelta dal Movimento Internazionale delle Donne in onore delle sorelle Mirabal, attiviste della repubblica domenicana, assassinate il 25 novembre 1961 perchè si opponevano al regime dittatoriale del loro paese. La loro storia è stata scelta a simbolo della grave violazione dei diritti umani rappresentata appunto dalla violenza sulle donne; in particolare rappresenta violazione della dignità umana, del diritto alla vita e del diritto alla integrità psico-fisica della persona. La violenza diventa inespressiva e muta, illegibile ed invisibile quando chi è accanto risulta emotivamente cieco e sordo. Le donne parlano e svelano in modo esplicito o implicito la loro sofferenza e le loro paure. E’ necessario imparare ad ascoltare l’altra e nello stesso tempo ascoltare noi stessi per percepire il dramma di una donna. Questo ci permette di non sentirci diverse da quelle donne che hanno subito violenza, perchè solo parlando un linguaggio comune e condiviso, si fideranno ed affideranno a noi”.
“L’autocoscienza e la conoscenza del fenomeno/piaga sociale sono il primo passo verso la risoluzione ed il miglioramento delle condizioni di molte donne lucane e non solo; gli altri passi sono quelli operativi da realizzare con urgenza. Una delle aree di impegno – sottolinea Botta – che la Commissione ha messo fra le proprie priorità, prima di ogni altra cosa, è il lavoro; la libertà di azione e la possibilità di riscatto e denuncia sono subalterne soprattutto alla capacità economica di ogni essere umano, a maggior ragione delle donne, in epoca in cui sono fra gli anelli più deboli di una societa’ in oggettive difficolta’ pratiche. Coniugare azioni di sensibilizzazione ed educazione alla reale possibilità di autonomia, non solo culturale, è l’obiettivo a cui deve tendere tutto il comparto amministrativo ed istituzionale soprattutto in una Regione come la nostra che paga più di altre realtà la lentezza di processi strutturali di modernizzazione soprattutto nel settore lavoro. E’ per questo motivo che la Commissione ha messo allo studio un “format”, fra gli altri, per implementare la produttività delle donne fuori dal mercato del lavoro, ottimizzando interventi pregressi che negli ultimi anni hanno visto crescere, in maniera esponenziale, il numero delle donne formate in svariati settori, quali artigianato, informatica , servizi etc..Grande attenzione, dunque, fra gli altri format, a quello del lavoro domiciliare alla base di economie in crescita come quelle dei Paesi emergenti e che la Commissione sta analizzando insieme ad azioni congiunte anche attraverso la rete dei Centri per l’Impiego con l’apertura degli Sportelli Donna".