“Il programma regionale degli assegni di cura per le persone non autosufficienti così com'è organizzato mostra alcune lacune”. È quanto emerso durante una riunione organizzata da Cisl, Fnp Cisl e Adiconsum nel corso della quale – si legge in un comunicato – sono stati denunciati “numerosi casi di persone non autosufficienti escluse dai benefici del programma a causa degli evidenti limiti attuativi del provvedimento e della conseguente eccessiva discrezionalità delle commissioni mediche comunali cui è affidato il compito di stilare le graduatorie dei beneficiari”. Sotto la lente di Cisl, Fnp e Adiconsum sono finiti, in particolare, alcuni casi di disabili con il cento per cento di invalidità e l'indennità di accompagnamento che si sono visti rifiutare l'assegno di cura in quanto, a parità di condizione invalidante, vale il giudizio espresso dalla commissione medica locale.
Per il segretario della Cisl, Enrico Gambardella, “si tratta di un evidente limite della norma in quanto non è previsto un apposito protocollo che stabilisca in maniera rigorosa una griglia oggettiva delle condizioni sanitarie e sociali dei non autosufficienti che sia vincolante per le commissioni mediche comunali. Il risultato – continua Gambardella – è che, in assenza di indirizzi vincolanti, esiste una profonda difformità di giudizio delle commissioni sul territorio e una conseguente disparità di trattamento tra i potenziali percettori dei benefici”.
Ma non è solo la discrezionalità delle commissioni mediche a preoccupare la Cisl. Problemi si registrano anche sul fronte delle risorse finanziarie che, secondo Gambardella e il segretario del sindacato pensionati della Cisl, Vincenzo Pardi, “non sono sufficienti a dare risposte al fenomeno della non autosufficienza se è vero che le domande presentate per gli assegni di cura sono state in tutto circa 8 mila a fronte di una platea di beneficiari che non arriva al migliaio. Al momento – continuano i due dirigenti cislini – il programma può contare sulle risorse della Regione Basilicata e su una sola annualità di risorse nazionali, quelle stanziate nel 2009, carenza di fondi che ha indotto il governo regionale a ridurre drasticamente il numero previsto dei beneficiari dagli iniziali 1.600 agli attuali 900, una cifra che è pari ad appena l'11 per cento del fabbisogno complessivo”.
Secondo la Cisl, che su questo fronte è impegnata anche a livello nazionale, “bene ha fatto la conferenza Stato-Regioni a chiedere il ripristino del fondo nazionale di 400 milioni di euro per la non autosufficienza in assenza del quale i provvedimenti programmati dalle Regioni, come gli assegni di cura in Basilicata, rischiano di produrre risultati parziali e di tradire le numerose aspettative suscitate in quelle migliaia di famiglie che vedevano nel programma regionale una preziosa forma di sostegno per la cura dei propri familiari non autosufficienti”.
BAS 05