“Per usare la metafora particolarmente cara al Ministro del Lavoro Sacconi, il compito centrale dell’ attività di formazione e di orientamento al lavoro nel nuovo anno, non sarà tanto quello di “avere 'pesci', quanto quello di avere 'canne per pescare', vale a dire sempre più efficaci strumenti di transizione dai banchi di scuola e delle aule di formazione ai posti di lavoro”. A sostenerlo è il presidente dell’Apof-Il (Agenzia Provinciale Orientamento Formazione Istruzione Lavoro) di Potenza, Antonio Giansanti, ribadendo “l’impegno che attende l’Agenzia e la Provincia di Potenza nella realizzazione del programma di attività 2010”.
Secondo Giansanti “la positiva esperienza realizzata dall’Apof-Il nel corso degli ultimi anni va nella direzione delle indicazioni contenute nel Rapporto sul futuro della formazione in Italia, predisposto dalla Commissione di studio e indirizzo, presieduta da Giuseppe De Rita e istituita ad hoc dal ministero del Lavoro. Ogni sforzo – precisa – va indirizzato a dare risposta alle criticità che interessano sia il mondo dell'istruzione e formazione che quello del lavoro, ma soprattutto la mancata comunicazione tra il primo e il secondo, nella consapevolezza, di una situazione di ampia insoddisfazione e oggettiva inefficienza rispetto a quella che potrebbe invece essere, anche in una stagione di crisi e di emergenze occupazionali, una fondamentale leva per l'occupabilità e l'adattabilità delle persone, per la mobilità sociale, per la crescita e la competitività del nostro Paese e del nostro territorio provinciale. Gli attuali percorsi di istruzione e formazione, infatti non sembrano rispondere alle esigenze delle persone né a quelle delle imprese. Lo testimoniano – continua Giansanti – i dati dell’indagine Excelsior che, tra le altre cose, denuncia il rischio della carenza di profili professionali adatti a rispondere alle esigenze del futuro del mercato del lavoro italiano. E lo testimoniano anche i dati sugli abbandoni scolastici degli studenti italiani, ancora lontani dagli obiettivi europei (19,3% in Italia contro l'obiettivo di Lisbona del 14,8%), nonché quelli su forme più o meno marcate di disadattamento scolastico. Dati che sollevano più di un sospetto – aggiunge – sulla bassa attrattività per i giovani dei contenuti e delle modalità degli apprendimenti promossi nelle scuole, vuoi perché incapaci di comunicare con il destinatario vuoi perché spogliati di qualsiasi proiezione realistica sull’inserimento lavorativo”.
“Di qui – conclude Giansanti – il rinnovato impegno a dare più “canne da pesca” ai giovani che hanno bisogno di trovare legittime aspirazioni professionali e a quelle categorie di persone ai margini del mercato del lavoro che hanno bisogno di qualificazione e di nuove opportunità. Una maggiore attenzione alla domanda di formazione espressa dalle persone e dalle imprese dovrebbe dunque rappresentare il punto essenziale di riferimento verso cui indirizzare un nuovo sistema formativo e verso cui costruire, coerentemente con la strategia europea, un vero modello di apprendimento lungo l'intero ciclo di vita integrato con politiche attive del lavoro, alle quali possano partecipare tutti i 'luoghi formativi' disponibili, fissando regole chiare di riconoscimento di questi importanti contesti di apprendimento”.
(BAS – 04)