“La mozione, che vede primo firmatario l’on. Bruno Tabacci dell’ApI, approvata dalla Camera a tutela dei sistemi agricolo e agro-industriale italiani, rimette al centro dell’agenda politica nazionale le politiche agricole e della nuova Pac”. E’ il commento del coordinamento regionale della Basilicata dell’ApI alla decisione della Camera di accogliere le indicazioni del documento dei deputati dell’ApI che consente di aprire un dibattito con tutti i soggetti della filiera agro-alimentare interessati alla riforma della politica agricola comune.
Nella mozione, tra l’altro, si impegna il Governo:
ad indire tempestivamente incontri bilaterali e collegiali con tutti i soggetti della filiera agroalimentare interessati dalla riforma politica agricola comune (PAC) per l'elaborazione di proposte che integrino la posizione dell'Italia al tavolo comunitario; a pretendere, in linea con le linee di politica industriale, che i prodotti agricoli rechino l'indicazione relativa alla loro origine, quando commercializzati allo stato fresco, nonché l'indicazione delle materie prime di origine agricola e i luoghi di trasformazione
a valorizzare la logica delle filiere, essenziale allo sviluppo dell'agricoltura italiana, segnatamente nel settore ortofrutticolo;
ad identificare correttamente gli «agricoltori attivi» per evitare fenomeni elusivi dei principi di lealtà comunitaria.
Abbiamo inteso – sottolinea la nota dell’ApI – rilanciare il “made in Italy”, a partire dal piano della comunicazione e dell'informazione generali, quelle che raggiungono il cittadino, tenuto conto che non è riscontrabile una sensibilità diffusa per le problematiche dell'agricoltura, e che tale situazione si riverbera in una incomprensibile quanto ingiusta compressione di un potenziale che l'Italia non può permettersi di dissipare, in termini economici, di opportunità occupazionali, di sviluppo territoriale, particolarmente nel Mezzogiorno, di cultura e appartenenza, beni immateriali quanto mai necessari allo sviluppo di qualità della vita, di tutela della salute. Le regioni, i territori per competenze formali e naturali costituiscono i soggetti principali dell'agricoltura nazionale e, quale che sia la prospettiva federalista, hanno il sacrosanto diritto di desumere dallo Stato la certezza di far parte di una logica di sistema, nel quadro di una più ampia logica comunitaria, governabile con gli affinati strumenti della tradizione europeista.
Tutto ciò mentre – evidenzia l’ApI – l'immagine agroalimentare italiana nel mondo è fortemente insidiata e penalizzata da pesanti flussi di contraffazione dei prodotti italiani dei quali vengono usate le parti marchi, immagini, denominazioni con una plausibile conclusione, quella riportata dalla fonte sopra citata, secondo la quale per raggiungere un pareggio della bilancia commerciale del settore agroalimentare italiano, ad importazioni invariate, sarebbe sufficiente recuperare quote di mercato estero per un controvalore economico pari al 6,5 per cento dell'attuale volume d'affari del cosiddetto “Italian sounding”.
BAS 05