“Le dichiarazioni del Pg Vincenzo Tufano che “liberano” finalmente e ci auguriamo definitivamente la Basilicata dall’infamia di terra che qualcuno voleva a tutti i costi di malafarre e la riduzione del 50% in un solo anno del numero delle intercettazioni telefoniche (e del 30% dei costi) disposte da magistrati lucani rappresentano il modo migliore per avviare il nuovo anno giudiziario”. E’ il commento del sen. Egidio Digilio coordinatore regionale vicario del Pdl.
“In particolare – sottolinea – diamo atto al Pg Tufano di aver fatto sempre da baluardo agli attacchi mediatici, e non solo, che negli ultimi anni hanno colpito la dignità del popolo lucano. Le parole dal tono decisamente forte pronunciate oggi dal Pg fanno dunque giustizia rispetto a faldoni e dossier di magistrati e paginate di giornali e assestano un nuovo colpo alla credibilità di alcuni magistrati ed ex magistrati, dopo il crollo del castello di sabbia su cui si è costruita la indagine di De Magistris sul cosidetto comitato di affari in Lucania. Purtroppo in tutti questi anni abbiamo assistito, intorno alla diffusione della tesi del comitato di affari, al tentativo di demolire l’immagine attraverso amministratori pubblici, magistrati, imprenditori, professionisti, di una comunità regionale che è stata per lungo tempo sulle prime pagine dei giornali nazionali additata al rango di comunità di malaffare sino al punto che una sorte di “sindrome” della giustizia ha pervaso i Palazzi della Regione e le istituzioni frenando, di fatto, l’attività amministrativa e di gestione. In più occasioni – continua – mi sono occupato della vicenda Marinagri con l’auspicio che non segua l’epilogo di quella che ha interessato l’azienda Serra Marina di Bernalda che dopo anni di inchieste giudiziarie e di gravi danni ha consentito la riapertura della stessa con gravissime conseguenze, per i tempi di chiusura, all’impresa e al turismo del Metapontino”.
“Quanto alle intercettazioni telefoniche – dice Digilio – abbiamo assistito impotenti per anni allo stillicidio di conversazioni telefoniche dai toni chiaramente privati e alla pubblicazione di stralci di interrogatori con il solo il risultato di alimentare ulteriore sfiducia tra cittadini e politica, contribuisce ad accrescere quella sorta di “sindrome” della giustizia che ancora pervade i Palazzi della Regione e le istituzioni frenando, di fatto, l’attività amministrativa e di gestione”.
Per Digilio “le affermazioni pronunciate oggi all’inaugurazione dell’anno giudiziario sono la conferma della validità dell’ iniziativa politica assunta dal Pdl per mettere un freno al fenomeno delle intercettazioni telefoniche che hanno un peso economico non certamente marginale sul funzionamento della giustizia che specie nelle regioni meridionali è alle prese con i noti problemi di ritardi e di organici e strumenti ampiamente inadeguati. Ridurre pertanto il ricorso alle intercettazioni telefoniche e impedirne la pubblicazione è soprattutto una battaglia di civiltà contro l’accanimento personale che ha già “distrutto” l’immagine di più persone e famiglie”.
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